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Bancarotta fraudolenta-Condanna all'avvocato e al commercialista che dirottano i debitori-Corte di cassazione - Sezione V penale - Sentenza 11 ottobre-9 gennaio 2012 n.121-commento-Guida diritto.it

 

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Bancarotta fraudolenta a carico dell’avvocato e del commercialista che, consulenti di un’azienda fallita, costituiscono e controllano una società in cui far confluire beni e attività destinati a soddisfare i creditori. La Corte di cassazione con la sentenza 121 censura il doppio gioco di due professionisti, formalmente consulenti di un’azienda in difficoltà,  mentre in realtà ciascuno di essi era il “dominus” di Spa create ad hoc per spogliare della liquidità e dei beni immobili la società in fallimento. Questa l’operazione messa in atto da un commercialista e da un avvocato che, dopo aver dato vita a società destinate a ricevere a prezzi  nettamente inferiori i vecchi rami d’azienda, si erano preoccupati anche di distrarre la liquidità. Scopo che avevano raggiunto inviando delle lettere ai debitori della fallita invitandoli a pagare alla nuova titolare. A coronamento della doppia azione, che aveva consentito di spogliare l’azienda fallita, i “consiglieri” avevano anche alterato i libri contabili tenendoli, inoltre, fuori dalla portata dei curatori.  Accuse ritenute provate anche dalla corte d’Appello, ma fermamente respinte dai ricorrenti.  I due professionisti si erano detti innocenti sia per la svendita dei beni, il cui valore era semmai stato gonfiato dal consulente tecnico d’ufficio, sia per le missive inviate ai debitori, il cui contenuto non poteva certo costituire un addebito per il reato contestato. Per finire, il commercialista ha giocato la carta dell’inesperienza e dalla giovane età che dovrebbe costituire, a suo avviso, una prova di buona fede e di assenza di dolo.  Di parere diverso i giudici della Cassazione, i quali sottolineano, in effetti, il valore neutro di una lettera in cui si indirizzano i debitori verso un nuovo soggetto, ma danno all’invito un diverso significato in virtù dell’attività svolta dai due consulenti che, interpretano un po’ il ruolo del gatto e della volpe,  trovandosi “a monte e a valle di un’operazione di spoliazione” dalla chiara finalità truffaldina. 

 

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