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La sistematica attività di conferimento di incarichi per l’espletamento di inutili consulenze da parte del pubblico ministero fa scattare la giurisdizione della Corte dei conti per il giudizio di danno. Tra Pm e consulente tecnico, infatti, è sempre configurabile un rapporto di servizio.

Lo ha affermato la Cassazione, a sezioni Unite, che ha dichiarato la giurisdizione dei giudici contabili in merito a un’azione revocatoria di due donazioni effettuate da un consulente ai propri parenti dopo essere stato condannato insieme al Pm per corruzione e truffa aggravata ai danni dello Stato. Il sistema “truffaldino” era abbastanza semplice. Il Pm nominava sempre gli stessi consulenti, anche per questioni inutili, e poi prendeva una percentuale sugli onorari liquidati. La Cassazione ha chiarito che tra Pm e consulente si instaura sempre un rapporto di servizio perché il secondo è chiamato a svolgere attività che altrimenti avrebbe dovuto compiere la stessa Pa. L’inevitabile conseguenza è che l’azione di danno non va decisa di fronte al giudice ordinario ma a quello contabile.