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La Cassazione boccia l'affido condiviso per i genitori troppo litigiosi-Corte di cassazione - Sezione I civile - Sentenza 11 agosto 2011 n. 17191-Commento-Guida al diritto.it

 

 

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Se durante la separazione i genitori si fanno la guerra continuamente può essere giusto non concedere l'affidamento condiviso dei figli. Lo stabilisce la Cassazione, sentenza 17191/2011, secondo cui per affidare congiuntamente i figli è necessario «un accordo sugli obiettivi educativi, una buona alleanza genitoriale e un profondo rispetto dei rispettivi ruoli». Per Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione dei  matrimonialisti: “Finalmente si sancisce il principio per cui due genitori in aspro conflitto tra loro non siano degni di esercitare congiuntamente il proprio ruolo”. Al contrario, per la senatrice Emanuela Baio, già correlatrice del Ddl sull’affido condiviso, “la ratio della norma è valida per tutti i casi di separazione, sia per quelli consensuali e pacifici, ma soprattutto per le situazioni conflittuali”.

 

 

 

Realtà troppo diverse sono nocive per il bambino

 

Il caso analizzato dalla prima sezione civile riguarda una moglie continuamente vessata dalla famiglia del marito con atteggiamenti di «disprezzo» e di guerra aperta che aveva ottenuto la separazione dal coniuge il quale, tra l'altro secondo i consulenti di ufficio era affetto ancora «da dipendenza non ancora risolta con la madre».

 

 

 

In primo grado il tribunale di Cremona aveva stabilito l'affido condiviso della figlia piccola a entrambi i genitori. Le disposizioni di separazione erano state poi cambiate dalla Corte d'appello di Brescia che aveva affidato in via esclusiva la figlia alla madre proprio alla luce dei rapporti sempre più conflittuali non solo col marito ma anche con la famiglia di lui.

 

 

 

La sentenza è stata confermata dalla Cassazione. Correttamente il giudice di Brescia - scrive la Cassazione - non aveva concesso l'affido condiviso per non pregiudicare lo sviluppo psicologico della bambina se fosse stata costretta ad un «adattamento a due realtà tra loro diverse e nemiche» come era quello di questi genitori.

 

 

 

Scelta giusta per l’Associazione dei matrimonialisti

 

«Purtroppo - commenta Gian Ettore Gassani, presidente dell'Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani (Ami) - nel nostro Paese almeno l'80% dei coniugi/genitori coinvolti in procedure di separazione e divorzio giudiziali vivono l'esperienza processuale con un atteggiamento bellico e di rivalsa nei confronti della controparte. Spesso tali conflitti si consumano alla presenza dei figli, che subiscono danni irreparabili dal punto di vista psicologico. Pertanto litigare davanti ai figli, come già sancito dalla Suprema Corte in passato, costituisce un maltrattamento nei confronti di questi ultimi».

 

 

 

E sullo stesso punto, Gassani spiega: «Un genitore maltrattante non può essere anche affidatario o coaffidatario dei propri figli. Così nell'ipotesi di ostilità di un solo coniuge nei confronti dell'altro vittima di aggressioni verbali o giudiziarie, l'affidamento condiviso non può essere applicato. Esso, proprio perché‚ rappresenta il principio della bigenitorialità, non può essere concesso con un prestampato per il solo fatto di essere genitori».

 

 

 

«L'unico antidoto al malcostume italiano di considerare la separazione o il divorzio come una guerra – conclude Gassani - resta la mediazione familiare preliminare al processo, che ha la stessa funzione di un'anestesia totale mirante a lenire il dolore di chi si sta separando e rischia di strumentalizzare i figli».

 

 

 

Baio: la sentenza tradisce la ratio della norma

 

"Di fronte al conflitto tra coniugi non ritengo opportuna la scelta di affido unico a discapito dell'affido condiviso e quindi del benessere di chi ne pagherà le conseguenze maggiori: i figli". È, invece, la posizione della senatrice dell'Api Emanuela Baio.

 

 

 

"Non entro nel merito della sentenza -  continua - ma essendo stata correlatrice al disegno di legge sull'affido condiviso, attualmente legge, voglio ricordare che la ratio della norma è valida per tutti i casi di separazione”.

 

 

 

“I genitori - prosegue la senatrice - qualunque siano i rapporti che tra di loro intercorrano, sono e saranno genitori per tutta la vita e i figli per crescere hanno bisogno di entrambi, solo così si può assicurare loro un corretto e armonico equilibrio psicofisico. Sembra un paradosso ma i bambini riescono quasi con naturalezza ad affrontare grandi dolori o scelte difficili mentre gli adulti molto spesso non riescono a comportarsi da adulti”.

 

 

 

“Compito delle istituzioni è di garantire ai bambini la possibilità di crescere serenamente e avere l'affetto di  entrambi i genitori, è l'unica via per assicurare una crescita serena a coloro che saranno gli adulti di domani. Chiediamo ai genitori di imitare i loro figli: essere più adulti".

 

 

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