La Corte di cassazione con la
sentenza 17351 (www.guidaaldiritto.ilsole24ore.com)
ribalta il no della Corte d’Appello di Milano
all’associazione dei consumatori, che chiedeva ai
giudici di merito meneghini di fare una serie di
valutazioni che spaziavano dall’accertamento della
nullità delle clausole, al ricalcolo dei premi
contestati. Secondo il collegio di secondo grado, il
Codacons non era, infatti, legittimato a proporre
ricorso trattandosi di contestazioni che non rivestono
un carattere di interesse collettivo ma riguardano solo
una indeterminata categoria di utenti o di consumatori
e devono pertanto essere sollevate individualmente.
L’interesse comune - Di parere
diverso la terza sezione civile del Supremo collegio che
– in linea con le indicazioni del diritto comunitario –
apre all’associazione dei consumatori le porte del
tribunale, affermando l’interesse comune a tutti gli
assicurati, compresi i futuri, ad aver risposte sulla
regolarità, anche rispetto al Trattato Cee, di un
accordo tra compagnie assicuratrici già sanzionato
dall’Autorità della concorrenza e del Mercato.
Gli alterati rapporti di forza
utenti-compagnie - L’accertamento dovrà riguardare in
particolare – spiega il Collegio – l’esistenza
dell’illecito, della responsabilità, del nesso causale
fra illecito e danno e la relativa potenzialità, a
prescindere dalle posizioni individuali.
Il via libera al Codacons – ricorda
ancora la Cassazione – risparmia ai singoli l’onere di
affrontare un giudizio che si combatterebbe ad armi non
pari. L’alterato rapporto di forza in favore delle
compagnie assicurative potrebbe, infatti, indurre i
consumatori a una resa “preventiva”, rinunciando alle
garanzie della giurisdizione.
Quello che invece il Codacons non
potrà fare è inoltrare richieste di condanna della
compagnia a pagare somme determinate a uno o all’altro
degli assicurati, indicandoli concretamente. Per questo
servirà una espressa domanda dell’interessato |