Via libera all’uso del brogliaccio
delle intercettazioni come base per la richiesta di una
misura cautelare. La Corte di Cassazione con la sentenza
39326 afferma la possibilità per il pubblico ministero e
per il giudice delle indagini preliminari di chiedere e
disporre la custodia in carcere utilizzando gli
“stralci” delle intercettazioni riportate dalla polizia
giudiziaria nell’informativa o nella scheda personale.
Riassunti utilizzabili nella fase delle indagini
preliminari mentre – spiega il collegio – nel
dibattimento è necessaria la trascrizione delle
intercettazioni.
La Suprema corte respinge quindi la
tesi sostenuta nel ricorso di una violazione del diritto
di difesa. Il legale lamentava anche di essere stato
informato dai carabinieri della possibilità di accedere
ai supporti magnetici e non dallo stesso pubblico
ministero. Ma non basta, secondo il ricorrente,
un’ulteriore violazione c’era stata con l’utilizzo di
impianti diversi da quelli a disposizione della procura.
Eccezioni respinte al mittente.
Corretto, a parere del Supremo collegio, il
comportamento del Pm che aveva provveduto alla
duplicazione dei Dvd e per metterli a disposizione della
difesa che non aveva voluto usufruirne solo in ragione
di una supposta “irritualità” della comunicazione
delegata dalla procura ai carabinieri. Corretto, infine
per gli ermellini, anche il ricorso agli strumenti
alternativi, legittimati dalla situazione eccezionale
d’urgenza. La Cassazione precisa, infatti, che
l’esigenza di rapidità giustifica l’uso di mezzi “extra
moenia”. Una condizione legittimante che ricorre anche
quando le apparecchiature in dotazione sono
insufficienti o inadeguate rispetto alle indagini da
svolgere.
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