Linea dura della Cassazione sulle
violenze in campo durante le partite di calcio.
L’esempio più famoso fu quello della testata di Zidane a
Materazzi in diretta mondiale, ma anche nelle partitelle
fra minori o “amici” non è raro che ci scappi un pugno.
Per la Suprema Corte, sentenza 42114/2011, però, si
tratta di lesioni personali, nessuna scriminante.
Durante una torneo di calcio un
ragazzino aveva sferrato un destro ad un avversario,
mentre l’azione si stava svolgendo in tutt’altra parte
del campo. Per “senso di frustrazione”, aveva assodato
la Corte d’Appello di Perugia, in quanto il precedente
contrasto tra i due era andato male. Niente da fare,
dunque, per la difesa del piccolo “pugile” che aveva
invocato la scriminante del “rischio consentito”
nell’ambito dell’attività sportiva. Per i giudici va
confermata la condanna per lesioni personali inferta in
primo grado dal tribunale dei minori e poi confermata
dalla Corte territoriale.
Per Piazza Cavour, infatti,
l’infrazione delle regole va sempre valutata in concreto
con riguardo “all’elemento psicologico dell’agente il
cui comportamento può essere colposa, involontaria
evoluzione dell’azione fisica legittimamente esplicata
o, al contrario, consapevole e dolosa intenzione di
ledere l’avversario approfittando della circostanza del
gioco”. Inoltre, l’azione lesiva, per essere
giustificata, non deve integrare una infrazione della
regola sportiva e se lo fa deve essere “compatibile con
la natura della disciplina sportiva praticata ed il
contesto agonistico di svolgimento”.
Pertanto, “un pugno inferto
all’avversario quando il pallone sia giocato in altra
zona del campo è condotta gratuita, estranea alla logica
dello sport praticato, nonché dolosa aggressione fisica
dell’avversario per ragioni affatto avulse dalla
peculiare dinamica sportiva”.
Infatti, nel calcio “l’azione di
gioco è quella focalizzata dalla presenza del pallone”,
oppure da movimenti anche senza la palla funzionali però
“alle più efficaci strategie tattiche - blocco degli
avversari; marcamenti vari; tagli in area e quant’altro
- e non può ricomprendere tutto quanto avvenga in
campo”, anche se durante l’orario di gioco.
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