Se la giustizia non è di questo
mondo questa volta la Cassazione ci ha messo una toppa.
È la storia, neppure tanto inconsueta, di un uomo maturo
che infervorato dall’amore per una donna molto più
giovane di lui, le aveva trasferito titoli azionari e
donato la casa, per poi ritrovarsi solo e abbandonato,
una volta divenuto vecchio e malato. La ex, al
contrario, aveva avuto un figlio con l’amante che non
aveva mai lasciato, neppure dopo il matrimonio seguito
alla loro convivenza. L’ormai anziano signore, però, non
si è perso d’animo ed è corso dall’avvocato per riavere
quanto regalato alla ingrata compagna. E in parte l’ha
riottenuto.
La Cassazione, con la sentenza
22936/2011, infatti, ha condiviso il giudizio della
Corte di appello di Roma, che aveva identificato
l’ingratitudine della donna - alla base della revoca
della donazione - proprio nel fatto che ella aveva
portato avanti negli anni una relazione adulterina,
anche dunque dopo essersi sposata ed aver ricevuto
abbondanti regali, fino ad abbandonare il marito per
l’amante, in un momento in cui egli risultava bisognoso
di assistenza.
Non è scattata, invece, la revoca
anche per i 730 milioni di vecchie lire in titoli donati
alla donna, perché l’intestazione era avvenuta in un
momento successivo, quando i due erano già conviventi, e
dunque, per la Corte, poteva trattarsi non di una
donazione ma soltanto di una particolare modalità di
gestione delle risorse comuni.
Tuttavia, la proprietà di un numero
così ingente di azioni, anche se non è tornata nel
portafoglio del marito, è comunque servita ai giudici
per ravvisare nel complessivo comportamento della donna
“quella mancanza di solidarietà e riconoscenza, quel
malanimo” verso l’ex in difficoltà, che pure era stato
così generoso con lei nel donarle la casa, tali da
“assurge ad ingiuria grave”, legittimando così la revoca
della donazione dell’appartamento.
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