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Il fatto che i colleghi fossero a
conoscenza dell'abitudine del medico non funge da
scriminante
Rischia una condanna per truffa e
per interruzione di pubblico servizio il dipendente
pubblico, in questo caso un medico, che esce per la
pausa pranzo senza timbrare il cartellino.
Lo ha stabilito la Corte di
cassazione che, con una sentenza del 3 maggio 2011, ha
confermato la condanna nei confronti di un sanitario
che, oltre ad arrivare in ritardo e anticipare l'uscita,
andava a pranzo senza timbrare.
La seconda sezione penale ha
condiviso le motivazioni della Corte d'Appello di
Trieste In particolare, i giudici di merito hanno
evidenziato che il medico non ha provato di aver
lavorato oltre l'orario stabilito e per un numero di ore
esattamente pari a quelle in cui si e indebitamente
assentato senza timbrare il cartellino; peraltro, se
pure i diretti superiori ed i colleghi del ricorrente
erano a conoscenza del fatto che egli usciva
dall'ospedale per la pausa- pranzo, non nascondendo il
fatto di non timbrare il cartellino in uscita e al
rientro, non poteva escludersi la sussistenza degli
artifici e raggiri, oltreché dell'ingiusto profitto con
altrui danno, tenuto conto che "l'ente pubblico e
spersonalizzato, che la frode era diretta contro l'ente
pubblico e che il pagamento delle retribuzioni avveniva
in forma automatica, da parte della direzione
amministrativa, con la lettura dei cartellini orari da
parte di un elaboratore".
Ne consegue che, correttamente, la
mancata timbratura del cartellino e stato ritenuto un
espediente idoneo ad evitare che l'azienda ospedaliera,
attraverso i sistemi automatizzati di calcolo delle
retribuzioni, non si accorgesse delle anomalia e
continuasse a pagare al medico
l'intera retribuzione, come in
concreto avvenuto.
Debora Alberici cassazione.net |