ODL.IT
Decreto liberalizzazioni: dov'è
finita la previsione di obbligatorietà del compenso per
i praticanti legali? E per i crediti nei confronti delle
pubbliche amministrazioni tutto invariato?
Il tema del recente d.l.
liberalizzazioni sta suscitando reazioni contrastanti e
non univoche. E' materia molto delicata e la prima
osservazione parte dal metodo e tempistica fulminea in
mancanza, parrebbe, di un costruttivo confronto
auspicato da più parti.
Gli errori del passato e cioè
quelli che, ad esempio, hanno reso i codici di procedura
delle selve oscure con rattoppi fatti all'ultima ora e
con decretazione di asserita urgenza continuano a
ripetersi. E così potrebbero verificarsi peggioramenti
dei quali non vedremmo subito gli effetti, com'è
avvenuto con la giustizia civile che di anno in anno è
diventata un fardello tale da contribuire a soffocare
anche l'economia incentivando la fuga degli investitori
stranieri dal nostro amato Paese.
Mi sorprende che si sia tanto
parlato di favorire i giovani mentre poi quanto di buono
potrebbe farsi, come ad esempio la giusta previsione di
obbligatorietà di compenso per i praticanti non pare
esser stato fatto in assenza di previsioni nel decreto
in parola.
In occasione del forum di ieri
l'altro al Teatro Dal Verme di Milano alla presenza di
circa 1500 professionisti riunitisi per far sentire la
loro adesione con scroscianti e prolungati applausi alle
osservazioni dei relatori presenti per le varie
categorie (notai, avvocati, commercialisti ed
architetti, ecc..) è intervenuto in collegamento audio
video da Roma Tiziano Treu, che ha definito una "svista"
tale omissione. Vi è da augurarsi per i giovani
interessati che sia così e che qualcuno ponga rimedio,
almeno su tale aspetto tra le tante criticità.
Altro profilo del quale si era
tanto parlato e che non compare nel decreto è quello di
una disciplina, attuativa della direttiva 2011/7/UE sui
pagamenti per i debiti delle Pubbliche amministrazioni.
Come mai?
Nella precedente versione non
definitiva vi era l'art. 63 che costituiva, fra l'altro,
semplice attuazione della predetta “direttiva 2011/7/UE,
relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle
transazioni commerciali ,e misure per la tempestività
dei pagamenti per l'estinzione di debiti pregressi delle
amministrazioni statali...” (così come si leggeva nel
titolo di quest'ultima previsione ora scomparsa nel
decreto). Si tratta di profilo molto importante per
cercar di ridar fiato anche alle imprese italiane, pure
al fine di renderle maggiormente competitive in un
momento particolarmente difficile e delicato.
Notevoli perplessità desta anche la
previsione della possibilità - per persone che non
abbiano più di 35 anni - di costituire società a
responsabilità limitata con un solo euro di capitale. Si
introduce così un nuovo modello per il nostro
ordinamento di responsabilità limitata a rischio
praticamente inesistente. Quali garanzie per i terzi che
dovessero eventualmente concludere contratti con tali
società? Perché introdurre una disparità di trattamento
- senza requisito alcuno di meritocrazia - tra imprese
costituende, ad esempio, da soggetti
ultratrentacinquenni, rispetto ad un giovane di 35 anni?
Anche in proposito è auspicabile qualche giusto
correttivo.
Su tali temi, come sul tema
giustizia, sarebbero auspicabili riforme organiche delle
quali spesso si è parlato senza realizzazione alcuna,
con il grave rischio di determinare il peggioramento di
una situazione gia' insostenibile. In tal modo, almeno
per le "sviste", si ridurrebbe molto e in modo certo il
margine di probabilità di lacune ed errori purtroppo
molto frequenti da diversi anni e così gravi da aver ora
determinato una reazione compatta e corale da parte dei
professionisti in varie sedi, come nel predetto forum,
attraverso rappresentazione di condivisibili
perplessità.
Quanto alla previsione del
“tribunale delle imprese” di cui all'art. 2, mi pare si
vada nella giusta direzione di specializzazione in
materie particolarmente complesse.
* membro del Comitato
tecnico.-giuridico dell'Osservatorio |