Diritto.it
1. La crisi della Criminologia
contemporanea in Europa
Nella versione italiofona del
Dizionario Storico della Svizzera, ROMER ( 2004 )
definisce la Criminologia come << la scienza
sperimentale della cause e delle forme della
criminalità, delle persone che arrivano alla violazione
del Diritto, della criminalizzazione e del controllo
sociale. La criminologia fornisce, in quanto
fenomenologia criminale, una tipologia di reati e, in
quanto eziologia criminale, una tipologia degli autori
>>. E' assai apprezzabile la differenziazione
definitoria tra aspetto fenomenologico e ricerca
eziologica. Tale duplice ruolo consente al criminologo
svizzero contemporaneo di ricercare l' intera struttura
della devianza. Pertanto, il giurista, lo
psicopatologo-forense ed il sociologo possono ( rectius
: debbono ) porre in essere indispensabili e preziose
sinergie collaborative per fini non soltanto repressori
e general-preventivi, ma anche per fondare nuovi
approcci pedagogici attraverso i quali impedire o,
quantomeno, arginare future condotte antisociali nonché
antinormative. PINATEL ( 1987 ) preferisce medicalizzare
la Criminologia, definita << Criminologia clinica … cioè
l' applicazione della Criminologia scientifica alla
pratica penale. Essa ha come obiettivo quello di
formulare un parere sul delinquente, parere che comporta
una diagnosi di pericolosità, una prognosi sociale ed
eventualmente un trattamento destinato a prepararne il
reinserimento sociale >>. Chi redige non concorda con
tale ipostatizzazione della Medicina Legale. Ormai,
anche a livello accademico, la Criminologia costituisce
una Scienza autonoma. Anche MERZAGORA BETSOS ( 2001 )
nonché PICOZZI & ZAPPALA' ( 2002 ) tentano di fornire
una definizione della tematica in parola, ma pare
eccessivo restringere il campo d' indagine alla sola
delittuosità violenta ( omicidio, delittuosità sessuale,
tossicodipendenza, incendio doloso, plagio )
Anche in Svizzera e, massimamente,
in Canton Ticino, le Opere di Beccaria hanno svolto un
ruolo fondamentale nel porre le basi culturali dell'
odierno garantismo processuale elvetico ( Art. 75 comma
1 StGB1, Art. 31 BV2, Art. 3 comma 1 Cpp svizzero3 ).
Senz' altro, non si può sottacere che, nell' Ottocento,
anche la Criminologia della nostra Confederazione ha
esasperato il profilo medico-biologico e
bio-antropologico. Del resto, le Teorie lombrosiane
hanno avuto, anche in Svizzera, il loro momento di
gloria indiscussa ed indiscutibile. Tuttavia, dopo il II
conflitto bellico mondiale, all' antipsichiatria
basagliana corrispose un' anticriminologia forense (
RUGGIERO 1999 ; ABRAHAM et al. 1995 ). Anche a livello
di Criminologia Penitenziaria, negli ultimi 40 anni
circa,la Confederazione è riuscita ad affrancarsi da un
post judicatum neo-retribuzionista ed esclusivamente
punitivo, come confermano i notevoli benefici extra- /
semi- murari contemplati negli Artt. dal 74 al 96 StGB.
Senza dubbio, rispetto ad altri Ordinamenti, l'
osservazione personologica del soggetto agente il
crimine, almeno in Svizzera, non è distrattamente
limitata a frettolose relazioni sintetiche inficiate da
pregiudizi e preconcetti. In tal senso, la Criminologia
elvetica risulta assai vicina all' abolizionismo (
moderato ) dei Paesi Scandinavi.
Negli Stati Uniti d' America
prevale,purtroppo, l' approccio neuro-scientifico.
Cosicché, a parere di molti Autori statunitensi, la
serotonina, la prolattina ed altre innumerevoli
secrezioni del cervello predeterminerebbero una tendenza
fisiologica verso la criminalità. Senza dubbio, anche
l'internamento a vita in OPG del parafiliaco violento (
Art. 123a BV4 ) costituisce, nel Diritto elvetico, un
insulto a tre Secoli di ratio rieducativa del Sistema
Penitenziario.
La Riforma italiana di Basaglia,
nel 1978, ha inciso in modo radicale sulle Dottrine
criminologiche della Svizzera, ma anche dell' Austria e
della Germania. Infatti, gli Operatori contemporanei
sorridono di fronte a schemi novecenteschi come quelli
della << carenza del Super-Io >>, della << dissociazione
mentale patologica >>, della << frustrazione aggressiva
>> o del <<narcisismo criminogeno >>. E' risibile
ipotizzare l' esistenza di un individuo normodotato nel
quale le reazioni endocrine non siano mai alterate e le
frustrazioni infantili siano impeccabilmente e
totalmente risolte. Forse, il DSM–IV è tutt' oggi
eccessivamente deterministico e rigidamente catalogico.
Fortunatamente, Sutherland ed i propri allievi hanno
sottolineato l' inutilità della psichiatrizzazione
criminologica del reo. Infatti, molto dipende dal
modello pedagogico offerto dalle tradizionali Agenzie
Educative ( anzitutto i Genitori e la Scuola ). D'
altronde, anche in Svizzera, i fallimenti quotidiani
della rieducazione carceraria costituiscono il frutto di
altrettanto fallimentari insegnamenti intra-familiari,
scolastici e sociali ( si veda l'importanza del concetto
di << clima familiare >> nelle Opere dei coniugi Glueck
).
Dopo i feroci attentati del 22
Luglio 2011, in Norvegia, da parte di Anders Behring
Breivik, la Criminologia europea, anche in Svizzera, sta
attraversando una profonda crisi d' identità
scientifica. Negli USA degli Anni Duemila, si nega, di
fatto, la possibilità di rieducare il soggetto
delinquente. Tale esasperato retribuzionismo ha recato
ad un' abolizione delle opzioni trattamentali extra- e
semi- murarie. Gli unici valori criminologici sono la <<
zero tolerance >>, la difesa dello Stato di Diritto, l'
eliminazione ( anche fisica ) dei rei. In realtà, il
neo-retribuzionismo statunitense fissa la propria
attenzione sui crimini meno diffusi ( omicidio, stupro,
rapina, stragi ).Viceversa, l' esasperata Criminologia
di tali nuovi giustizieri pare non voler vedere lo
scandaloso effetto anti-sociale dello white-collar-crime
e dei propri innumerevoli epifenomeni ( truffe,
malversazioni, peculati, concussioni, agiotaggio, falso
in Atto Pubblico, corruzione attiva / passiva ,
interferenze nelle Macroeconomie nazionali ).
Provvidenzialmente, il Legislatore federale elvetico,
nonostante la predetta crisi ideologica, ha compreso che
le pene detentive di lunga durata non sortiscono una
maggiore deterrenza. Anzi, l'inasprimento delle sanzioni
penali genera ulteriore criminalità. Senz' altro, l'
abolizionismo radicale mortifica le legittime istanze
riparatrici delle Parti Lese, << ma un conto è ridurre
l' uso del carcere, un conto è invocarne l' abolizione
>> ( PONTI 1990 ). Senza dubbio, le nuove forme di
aggressività collettiva hanno recato ad una
ridicolizzazione degli eccessi abolizionistici di
Christie. Tuttavia, il testé citato criminologo
norvegese propone egli stesso una calibrata
differenziazione tra reato e reato. Pertanto, un furto
bagatellare non merita il rigore e la severità impiegate
a fronte di un omicidio volontario o di un delitto di
matrice bellica. L'odierna Criminologia, inebriata dagli
slogans della cronaca nera, dimentica la specificità e
l' unicità di contesto, che sono insite in ogni atto di
devianza giuridicamente rilevante.
Probabilmente, la Criminologia
europea contemporanea ha obliato che ogni consociato,
compresi gli infrattori minorenni, si ciba di valori
meta-normativi e di serie nozioni culturali. In epoca
odierna, la famiglia e la scuola sono ridotte ad
intrattenitori sociali poco più o poco meno importanti
di associazioni sportive ricreazionali. Non stupisce,
pertanto, che, tolto il concetto di prevenzione, la
Criminologia sia divenuta un ostacolo noioso e
superfluo. Infine, è opportuno reinterpretare e
revisionare il concetto anglosassone novecentesco di <<
resistenza alle frustrazioni >> ( SUTHERLAND 1934 )
2. Metodi di Ricerca nella
Criminologia della Svizzera germanofona
Nella Dottrina criminologica
elvetica degli ultimi 15 / 20 anni, FLICK et al. ( 2010
) nonché POSTMAN ( 1999 ) hanno superato l'ormai datata
contrapposizione tra lo Studio su base quantitativa e
quello su base qualitativa. Il Metodo quantitativo
esasperava l' esegesi di tipo deduttivo. Ovverosia, il
criminologo analizzava la causa oggettiva di una
devianza deducendone gli effetti prodotti in modo quasi
algebrico. Viceversa, la Ricerca qualitativa attingeva
ed attinge tutt'' oggi ad altre Scienze, massimamente
alla Psicologia ed alla Sociologia. Quando il Metodo è
qualitativo, si parte dagli effetti di una condotta
criminosa sino a risalire alle cause. Tale approccio
ermeneutico è più elastico di quello quantitativo. P.e.,
non sono ammesse catalogazioni troppo rigide come quelle
lombrosiane. La Criminologia contemporanea afferma che
<< qualitative und quantitative Methoden schliessen sich
nicht zwingend gegenseitig aus, sondern können sich
ergänzen >> [ il Metodo qualitativo e quello
quantitativo non sono necessariamente opposti l'uno all'
altro, bensì essi possono essere correlati ] ( FLICK et
al., ibidem ). Alcuni Autori, nei Cantoni germanofoni,
parlano di << Theorie zu Kausalzusammenhängen >> [
Teoria dell' interdipendenza dei fattori causali ].
Non senza esasperazioni ed eccessi,
la Dottrina criminologica germanofona ( in Svizzera,
Austria e Germania ) distingueva tra
Querscnittsuntersuchung e, all'opposto,
Längsschnittuntersuchung. Querschnittsuntersuchung
indicava una Criminologia rigidamente deduttiva e, anzi,
soltanto descrittiva. Si negava la possibilità di
ipotizzare le conseguenze future di una devianza. All'
inverso, il lemma Längsschnittuntersuchung si potrebbe
tradurre << Ricerca [ proiettata ] nel lungo periodo >>.
Ovvero, il criminologo e lo psichiatra forense avevano
(rectius: hanno ) il compito di porre in allerta le
Agenzie di Controllo Sociale giacché il crimine si
radica nelle dinamiche comportamentali collettive e si
reitera in periodi successivi. Chi redige concorda con
il Längsschnittuntersuchung. Del resto, non è ottimale
ridurre la Scienza Criminologica ad una macchina
fotografica socialmente e pedagogicamente superflua. La
prospettiva migliore è, dunque, quella di lungo periodo,
poiché esiste un Trend, attraverso il quale il reato
continua a produrre effetti futuri sulle vittima, sui
mezzi repressivi della Polizia Giudiziaria e sui
condannati a pene detentive.
Tutto ciò premesso, soltanto
elaborando con pazienza accurate statistiche
pluridecennali si giunge a capire il vero sviluppo di
una costumanza criminale. Probabilmente, nella
Criminologia svizzera, non si è ancora compresa la
rilevanza decisiva dei censimenti. A Zurigo, dal 2000,
si è iniziato un monitoraggio della popolazione, sin
dall' età scolare. Non si tratta di bieche schedature
sovietiche, bensì di metodi scientifici attraverso i
quali costruire un' autentica e cogente
general-preventività indirizzata alle generazioni
future. La maggior parte dei censimenti della
popolazione, nei Paesi germanofoni ( GRÄF 2008 ),
vengono effettuati sotto forma di intervista scritta
personale ( persönliche Befragung ), detta, nella Common
Law, paper and pencil Interview. Essa si svolge in un
domicilio preventivamente concordato. Si tratta della
modalità più costosa di censimento, ma è pur vero che il
contatto “ viso a viso “ riduce i margini di errore. I
dati sono raccolti in forma anonima e non sono
trasmissibili all' Autorità Giudiziaria. La seconda
possibilità è il questionario postale ( Schriftliche
Befragung ). Il plico è anch' esso sottoposto a rigide
regole di Privacy. Il modulo, una volta compilato, dev'
essere rispedito all' Istituto di Criminologia mittente.
I costi sono assai ridotti, ma ( DILLMAN 2009 )
solitamente l' intervistato/a tende a mentire per
fornire un' immagine migliore di se stesso/a. Pertanto,
in sede di analisi, necessitano correttivi statistici,
che, viceversa, non compaiono nella persönliche
Befragung. BIRNHOLTZ et al. ( 2004 ) reputano opportuno
incentivare la sincerità e l' oggettività delle risposte
offrendo piccole somme di denaro agli inchiestati.
Infine, esiste pure il questionario telefonico (
Telefonische Befragung ). Si tratta di una forma di
censimento ormai poco utilizzata. I costi sono notevoli,
i tempi necessariamente brevi e, ognimmodo, non si ha
mai la certezza della reale identità di chi risponde,
specialmente quando l' utenza telefonica è un NaTel.
Piuttosto, rimane da esplorare lo Web-Befragung a mezzo
e-mail, ma l' intervista personale rimane la più sicura
e verace in assoluto.
RUGG ( 1941 ) si rendeva conto, già
nella prima metà del Novecento, che la corretta
formulazione delle domande influisce sull' altrettanto
corretta e sincera dazione delle risposte da parte dell'
intervistato/a. Bisogna evitare ogni lemma o frase che
possa recare timore nel soggetto compilante il
questionario propostogli. Oppure ancora, si debbono
offrire risposte multiple, tra cui le immancabili
caselle << non saprei >>, << non ho idea >>, << forse
>>. Alcuni criminologi ammettono addirittura l' uso di
fonemi dialettali, specialmente in Schweizerdüütsch.
Vanno evitate domande troppo lunghe, complicate o
intellettualoidi.
3. Le statistiche criminologiche in
Canton Zurigo
In Canton Zurigo, da ben 28 anni,la
Kriminalstatistik des Kantons Zürich ( KRISTA ) effettua
un ciclo periodico di statistiche giuridico-penali e
criminologiche. In primo luogo, l' oggetto principale di
tali ricerche e censimenti è la Legge federale sugli
stupefacenti ( BetmG ) ( Artt.19 e seguenti ). Inoltre,
la KRISTA ha catalogato anche altri delitti, a seconda
dell' allarme sociale provocato e/o percepito. Si pensi
ad illeciti assai diffusi come la clonazione delle carte
di credito, i reati di matrice sessuale, le rapine, i
maltrattamenti domestici e gli epifenomeni più estremi
della delittuosità violenta. A sua volta, l'operato
della KRISTA di Zurigo confluisce nei dati del Bundesamt
für Statistik ( www.bfs.admin.ch ).
In ogni caso, tanto a livello
cantonale quanto a livello federale, nessun Operatore
reca la pretesa di fornire dati certi ed
incontrovertibili, alla luce della natura estremamente
complicata di certune variabili malgestibili, come il
tasso di criminalità minorile, le differenze tra i vari
Cantoni, il rapporto tra reità maschile / reità
femminile, reità giovanile / reità senile, reità degli
stranieri / reità dei cittadini autoctoni. Inoltre, ogni
singolo atto di devianza presenta specificità ardue da
analizzare.
Le statistiche della KRISTA sono
anch' esse soggette a repentini mutamenti, specialmente
allorché un fatto è o, viceversa, non è più reato a
causa di una nuova disposizione legislativa. Anche
secondo ZOLLINGER ( 2007 ), le Statistiche ufficiali del
Canton Zurigo si fondano su variabili scarsamente
prevedibili .P.e., un reato delittuoso potrebbe sfuggire
alle indagini della Magistratura Requirente. Anche la
scoperta di nuove forme di criminalità non garantisce
che quell' illecito sia o non sia maggiormente diffuso
rispetto ad altre infrazioni normative. Spesso, infatti,
gli allarmi sociali sono ingiustificati. Oltretutto, l'
atto è perseguibile soltanto se esiste una Norma
incriminatrice tipica e non estendibile per analogia. Si
consideri pure che nessuna devianza penale è
qualificabile in maniera matematica. P.e., di fronte ad
un decesso, molte volte sussiste incertezza sulle cause
( dinamiche suicidarie, dinamiche omicidarie, cause
naturali, preterintenzionalità). Lo stesso dicasi per i
reati ex Artt. 19 e sgg. BetmG. In buona sostanza, la
KRISTA non fornisce certezze assolute ed
incontrovertibili. D' altronde, la Scienza Statistica
ammette sempre e comunque la sussistenza di una cifra
oscura
Senz' altro, in Canton Zurigo, la
criminalità femminile è molto rara. Nel 1982, solo il 13
% dei condannati era donna. Nel 2006, meno del 6 % delle
donne processate erano responsabili di rapine. Sempre
nel 2006, uno scarso 9 % delle donne inchiestate venne
dichiarato colpevole di omicidi volontari.
A prescindere dalle distinzioni di
genere, la KRISTA ha rilevato che, in territorio
zurighese, la maggior parte dei/delle condannati/e ha
un' età compresa tra i 20 ed i 24 anni. Soltanto un 20 %
dei rinviati a giudizio ha tra i 50 ed i 60 anni. Anzi,
dopo i 64 anni, le percentuali di colpevoli divengono
pressoché insignificanti. A Zurigo, in quasi tutte le
fattispecie di criminalità giovanile (Jugenddelinquenz
), gli illeciti risultano più o meno direttamente
connessi al consumo di stupefacenti. Il 32 % dei delitti
minorili afferisce alla BetmG. Anche il 50 % dei crimini
stradali (Strassenverkehrsdelikten ) sono provocati da
guida sotto l' effetto di stupefacenti o bevande
alcooliche. Oltretutto, nel contesto della
Jugenddelinquenz, non esistono concrete differenze tra
infrattore maschio ed infrattrice femmina. A causa dei
modelli televisivi e cinematografici, il giovane reo
compie reati con modalità alquanto violente ( <<
Jugendgewalt >> è il lemma più ricorrente in HAYMOZ &
KILLIAS & LUCIA & MARKWALDER 2008 ). Recentemente,
EISNER & RIBEAUD ( 2007 ) hanno purtroppo constatato la
crescita preoccupante di una disinibita delittuosità
giovanile a sfondo sessuale ( << Sexualdelikten >> ).
Nonostanti i pregiudizi xenofobi,
la KRISTA ha acclarato che, nel territorio zurighese,
non sussiste alcuna differenza tra la criminalità degli
stranieri ( Ausländerkriminalität ) e criminalità degli
svizzeri non espatriati. L' unica marginale
particolarità riguarda la maggiore presenza numerica di
devianti non elvetici nei Cantoni di confine. Inoltre,
gli infra-venticinquenni maschi stranieri delinquono
nella medesima misura degli infra-venticinquenni maschi
con cittadinanza svizzera. Alla luce dei censimenti
della KRISTA, KILLIAS ( 2002 ) afferma che, nella
Dottrina criminologica, il lemma << ausländer >> [
straniero ] non è associabile ad un numero maggiore di
reati rispetto a chi possiede passaporto elvetico.
Trattasi di un dato oggettivo ed algebrico, anche se
taluni schieramenti politici affermano il contrario
senza ostendere la benché minima prova scientifica. Tali
osservazioni relative agli stranieri residenti in
Svizzera valgono pure per gli Asilanten ed i turisti.
Ovvero, non si afferma che non esiste criminalità presso
gli immigrati. Viceversa, l' asserto qui sostenuto è
che, quantitativamente e qualitativamente, stranieri e
non stranieri commettono i medesimi reati.
4. Rapporti tra Criminologia,
Diritto Penale, Psichiatria, Pedagogia e Sociologia
Durante l' onnipotenza culturale
incontrastata delle Teorie lombrosiane ( 1876 – 1913
circa ), in Svizzera, in Italia ed in Belgio si negava
l' autonomia epistemologica della Criminologia. L'
Operatore ( Magistrato, Avvocato e Perito ) poteva
soltanto evidenziare le bio-patologie congenite (?)
dell' infrattore, al fine di stabilirne il grado di
responsabilità. De Greeff, durante il Congresso di
Parigi del 1950 fu il primo Autore a conferire piena
autonomia all' operato del criminologo, il quale è
preposto allo studio della criminogenesi ed utilizza
mezzi di interpretazione non necessariamente dipendenti
da altri àmbiti processualpenalistici. Si trattava di
una rivoluzione intellettuale tardiva, eppure basilare.
Il Congresso di Parigi del 1950
consentì la nascita di centinaia di metodiche. Shaw (
Università di Chicago ) eseguì una mappatura
criminologica delle degradate periferie metropolitane
statunitensi. Sutherland sottolineò l' esistenza di
famiglie criminogene. Sellin studiò i conflitti
culturali tra classi sociali. De Greeff si interessò
alle complicate dinamiche che sfociano nelle devianze
penalmente rilevanti. Oppure ancora, verso il 1960, fu
teorizzata la Criminologia interazionista, a parere
della quale il giovane rifiutato, disagiato, “
etichettato “ ed emarginato sviluppa condotte
aggressive. Nei Paesi della Common Law, la Criminologia
radicale criticò le ingiustizie del capitalismo sfrenato
e consumistico, il quale formerebbe, nei soggetti
collettivamente diffamati, personalità dedite al
crimine. Tuttavia, nella seconda metà del Novecento,
quasi tutti i criminologi, più o meno consapevolmente,
manifestavano pensieri deterministici, tali per cui,
dato un ambiente socio-culturale, la criminogenesi , in
presenza di fattori diseducativi, sarebbe
matematicamente inevitabile. Pertanto, è negato ogni
riscatto,ogni sforzo individuale ed ogni impegno
personale. Già in epoca bellica, CORREA ( 1932 )
confondeva la coscienza personale con l' algebra,
asserendo: << immaginiamo un cono e collochiamo al
vertice l' atto criminale. I fattori biologici ( terreno
organico ) e sociali ( ambiente personale ) occuperanno
la circonferenza di base, la personalità del delinquente
sarà al centro della base e la situazione pre-criminale
in cui egli si trova sarà situata lungo l' asse del
cono. Questo cono però non si muove liberamente nell'
aria, ma è immerso nell'ambiente generale ( la società
globale ) >>. A parere di chi scrive, va rigettata tale
immagine positivistica. Esistono influenze esterne, ma
la volizione dolosa del reo rimane pur sempre frutto di
una libera scelta. Semmai, si potrà teorizzare una
colpevolezza attenuata, ma non predeterminata come nella
geometria o nella chimica. MAILLUOX ( 1971 ) contrastò
la Criminologia deterministica, ammettendo l' importanza
( e non la cogenza assoluta ) di almeno quattro
tipologie di << ambiente >>: l' << ambiente inevitabile
>> ( i Genitori), l' << ambiente occasionale >> ( la
scuola ), l' << ambiente scelto >> ( moglie / marito e
colleghi di lavoro ) ed infine l' << ambiente subìto >>
( Organi di Polizia, Magistratura e altre Pubbliche
Autorità costituite ). Anche SUTHERLAND ( 1934 ) postula
l' importanza del clima familiare e sociale assimilato,
ma rifugge dalle schematizzazioni eccessivamente
categoriche. Molto opportunamente, i discepoli di
KINBERG ( 1935 ) distinguono tra situazioni <<
pericolose >> e situazioni << amorfe >>. Tale
differenziazione non è predeterminata ( CORREA, ibidem
), bensì il criminale, per sua libera scelta, opta o
meno verso compagni, amici, fidanzati/e che introducono
il soggetto in dinamiche illegali e giudiziariamente
poco limpide. Anche DE GREEFF ( 1946 ) impiegava, negli
Anni Quaranta del Novecento, i lemmi << consenso
manifesto>>.
Senz' altro,la Criminologia è
divenuta fondamentale, giacché, fatta salva la libera
decisione finale, co-esistono influenze familiari,
educative, amicali e anche residenziali. Tuttavia,
almeno sino ad oggi, nessun Dottrinario ha mai esplorato
il ruolo dei freni auto-inibitori di matrice religiosa.
Esistono carriere criminali interrotte o prevenute dal
proprio credo fideistico. Anche i valori religiosi
possono impedire crimini, rimorsi e sofferenze
B I B L I O G R A F I A
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1 Art. 75 comma 1 StGB
L' esecuzione della pena deve
promuovere il comportamento sociale del detenuto, in
particolar modo la sua capacità a vivere esente da pena.
Essa deve corrispondere per quanto possibile alle
condizioni generali di vita, garantire assistenza al
detenuto, ovviare alle conseguenze nocive della
privazione della libertà, e tenere conto adeguatamente
della protezione della collettività, del personale
incaricato dell' esecuzione e degli altri detenuti
2 Art. 31 comma 1 BV
Privazione della libertà
Nessuno può essere privato della
libertà se non nei casi previsti dalla legge e secondo
le modalità da questa prescritte.
Chi è privato della libertà ha
diritto di essere informato immediatamente, in una
lingua a lui comprensibile, sui motivi di tale
privazione e sui diritti che gli spettano. Deve essergli
data la possibilità di far valere i propri diritti. Ha
in particolare il diritto di far avvisare i suoi stretti
congiunti
3 Art. 3 comma 1 Cpp svizzero
In tutte le fasi del procedimento,
le autorità penali rispettano la dignità delle persone
coinvolte
4 Art. 123 a BV
Considerato il forte rischio di
ricaduta, il criminale sessuomane o violento che nelle
perizie necessarie alla formulazione della sentenza è
stato definito estremamente pericoloso e classificato
come refrattario alla terapia deve essere internato a
vita. Liberazioni anticipate e permessi di libera uscita
sono esclusi.
E' possibile redigere nuove perizie
solo qualora nuove conoscenze scientifiche permettano di
dimostrare che il criminale può essere curato e dunque
non rappresenta più alcun pericolo per la collettività.
Se sulla base di queste nuove perizie è posta fine all'
internamento, la responsabilità per una ricaduta è
assunta dall' autorità che ha posto fine
all'internamento.
Tutte le perizie necessarie al
giudizio del criminale sessuomane o violento devono
essere redatte da almeno due periti esperti
reciprocamente indipendenti e tenendo conto di tutti gli
elementi importanti per il giudizio |