La disciplina fallimentare della
Federazione Russa è inserita nella legge federale
127-FZ, del 3 dicembre 20021. Accanto a tale normativa
si colloca tutta una serie di atti che contribuiscono a
impreziosire la disciplina del fallimento nella
Federazione Russa2.
La legge fallimentare stabilisce
che possono essere sottoposte a procedura fallimentare
le persone fisiche e giuridiche, che non abbiano
soddisfatto i propri creditori entro tre mesi dal
momento in cui i loro debiti dovevano essere saldati,
nel contesto in cui tali debiti superino il valore dei
beni che appartengono alla persona in questione3.
In ogni caso, se non diversamente
stabilito, la procedura fallimentare può iniziare su
ordine dell’Arbitrazhny Sud competente, laddove il
valore dei debiti superi i 100,000,00 rubli, per le
persone giuridiche, o i 10,000,00 rubli per le persone
fisiche4.
Così come nel nostro ordinamento la
procedura fallimentare può iniziare su istanza dello
stesso debitore, della pubblica autorità o del
creditore5.
Allo scopo di far iniziare tale
procedura, è necessario presentare una domanda presso l’Arbitrazhny
Sud del distretto competente6.
La legge fallimentare russa prevede
la possibilità di accedere a cinque diverse procedure:
1) la procedura di sorveglianza7;
2) la procedura di risanamento
finanziario8;
3) la procedura di amministrazione
esterna9;
4) la procedura concorsuale10;
5) la procedura di accordo
pacifico11.
Queste procedure presentano diversi
parametri di somiglianza rispetto alle procedure
fallimentari già conosciute nell’ordinamento italiano12.
Per quanto concerne la procedura di
sorveglianza, questa è, a ben vedere, una fase
preliminare che può consentire l’accesso alle altre
procedure fallimentari. In questo primo momento, il
tribunale si limita a nominare un manager che ha il
compito di supervisionare le attività finalizzate a
mantenere l’integrità dei beni che ancora appartengono
alla persona fallita, mentre vengono svolte le
operazioni necessarie ad inquadrare la situazione
finanziaria del fallito e redigere la lista dei
creditori. Durante questa fase possono anche essere
svolte alcune transazioni, se, però queste riguardano un
bene del debitore che ha un valore superiore al 5% del
valore della massa dei beni del debitore, l’operazione
deve essere approvata per iscritto dal manager nominato
dal tribunale. Il manager-sorvegliante mantiene il suo
incarico sino al passaggio a una delle altre procedure
fallimentari.
La procedura di risanamento
finanziario, invece, si applica allo scopo di
ristabilire la capacità, che il debitore ha, di
soddisfare i suoi creditori e pagare i suoi debiti in
base al piano di pagamento13. In questo caso si richiede
l’intervento di un socio del debitore, o di un soggetto
terzo, che sia disposto a finanziare la ristrutturazione
dell’azienda in crisi e a ristabilire la solvenza del
debitore. Questa procedura non può avere una durata
superiore ai due anni14.
La procedura di amministrazione
esterna presenta uno scopo analogo a quella di
risanamento finanziario; infatti, mira sempre a
ristabilire la solvibilità del debitore15. Tale
procedura può avere una durata massima di diciotto mesi,
rinnovabili di ulteriori sei mesi, e richiede la
presentazione di un piano che deve essere approvato
dall’assemblea dei creditori. Il debitore, nel corso di
questa fase, ha la possibilità di emettere nuove azioni
e conferire beni in new joint ventures16.
La procedura concorsuale, a sua
volta, si applica ai debitori riconosciuti falliti dal
tribunale arbitrale, laddove non si ritenga la
possibilità di ristabilire la solvenza del debitore. I
beni di quest’ultimo, quindi, vengono utilizzati per
soddisfare le pretese creditorie. I creditori vengono
inseriti in diverse categorie e soddisfatti in base
all’ordine delle stesse17.
L’accordo pacifico, in ultima
istanza, può raggiungersi in qualsiasi stadio della
procedura fallimentare e si sostanzia nel raggiungimento
di un accordo tra il debitore e i suoi creditori. A tale
scopo viene indetta un’assemblea dei creditori che
adotta una decisione a maggioranza. L’accordo frutto di
questa decisione deve poi essere omologato dal tribunale
arbitrale competente18. Questo meccanismo comporta la
cessazione della procedura fallimentare19.
A seguito della crisi economica
mondiale del 200820, considerando anche l’elevato numero
di procedure fallimentari cui si è dovuto far fronte nei
territori della Federazione Russa, sono state apportate
alcune modifiche alla legge federale 127-FZ21.
Alcune di queste novità, tra cui la
novella dell’articolo dieci della legge stessa,
individuano una più ampia gamma di tutele a favore dei
creditori delle entità commerciali coinvolte nelle
procedure fallimentari.
Risulta chiaro che il rischio che
una società russa possa fallire costituisce un notevole
pericolo anche per un partner commerciale proveniente da
un altro Paese. Si vuole, in tal senso, proporre
l’esempio di un caso pratico che coinvolge una società
di “import-export” italiana22.
Nel 2007, questa società italiana
ha stipulato assieme alla società russa a responsabilità
limitata “VT” (da qui in poi OOO “VT”23) una serie di
contratti che prevedevano: la vendita di macchinari per
la stampa di prodotti tessili; il montaggio, collaudo e
messa in opera degli stessi; la fornitura iniziale di
materia prima che doveva essere lavorata dalla OOO “VT”
e poi riacquistata dal committente (la società
italiana).
Il pagamento di un macchinario è
avvenuto mediante una lettera di credito presentata
attraverso una banca tedesca, mentre per il secondo
macchinario e per le ulteriori prestazioni si richiedeva
la presentazione di una garanzia bancaria emessa dalla
banca russa “RK” (da qui in poi semplicemente “RK”). La
banca in questione, per altro, risulta essere
l’effettiva proprietaria della OOO “VT”; le trattative
che si sono svolte tra la OOO “VT” e la società
italiana, infatti, si sono tenute proprio presso gli
uffici della banca “RK”.
L’OOO “VT” tuttavia non è riuscita
a far fronte alla crisi economica del 2008 ed è fallita,
così come la “RK”; di conseguenza la società italiana
coinvolta non ha avuto modo raccogliere il suo credito
residuo nei confronti della OOO “VT”, senza contare che,
nel frattempo, la società russa ha mancato anche di
fornire le garanzie bancarie richieste24.
Nell’ambito di un progetto di
risanamento delle banche nazionali, la “RK” è stata
acquistata dall’agenzia statale “ASV”25 (da qui in poi
semplicemente “ASV”) che, attualmente, risulta detenere
il 99,9% delle azioni della “RK”.
Resta, però, il problema dalla OOO
“VT”. Questa società, infatti, non viene aiutata dalla
proprietaria “RK” e si è trovata, quindi, a dover
affrontare una procedura fallimentare iniziata presso
l’Arbitrazhny Sud della regione di Pskov.
All’apertura della procedura
fallimentare i creditori della OOO “VT” hanno richiesto
l’ammissione al passivo della società. La stessa “RK” ha
richiesto di essere ammessa al passivo della OOO “VT”,
considerando che vanta un credito particolarmente ricco
e supportato da garanzie reali. La società italiana, a
sua volta, è stata ammessa nel registro dei creditori,
ma inserita in una fascia di ordine inferiore rispetto a
quella della “RK”26.
Nel frattempo un’ulteriore società
russa, la società “RLK” (da qui semplicemente “RLK”) è
stata fondata dal proprietario della società russa “IG”
(da qui semplicemente “IG”) che è, a sua volta,
proprietaria dell’immobile in cui si trova la OOO “VT”.
In un momento successivo, si è
aperto un contenzioso tra la “RK” e la “IG” con il
rischio, per il titolare di quest’ultima, di dover
cedere l’immobile in questione. Allo stesso tempo, però,
sono state poste in essere delle trattative tra la “RK”
(diventata oramai “RK-ASV” in quanto acquistata dalla
“ASV”) e la “RLK” per l’acquisto dell’azienda OOO “VT”.
Il possibile acquisto dalla OOO
“VT” da parte della “RLK” costituirebbe una svolta
positiva per la società italiana che, così, avrebbe
maggiori garanzie di raccogliere il credito residuo. In
un primo momento, però, la “RK” e la “RLK” non sono
riuscite ad accordarsi sul prezzo, in quanto la società
acquirente vorrebbe acquistare la OOO “VT” ad un prezzo
ridotto proprio in considerazione della somma che ancora
deve essere versata alla società italiana.
Alla luce del quadro sin qui
delineato possiamo chiederci quali siano le opzioni che
potrebbero consentire una maggiore tutela degli
interessi della società italiana.
Certamente, il possibile acquisto
della OOO “VT” da parte di “RLK” consentirebbe una certa
garanzia rispetto al soddisfacimento delle pretese
italiane27. Accanto a questa strada, tuttavia, possiamo
individuare alcuni meccanismi giuridici che potrebbero
fornire maggiori possibilità di soddisfazione delle
pretese della società italiana.
Come si è detto, questa società
vanta un credito che sarebbe soddisfatto, comunque, in
maniera postergata rispetto al credito dalla “RK”,
allora si dovrebbe trovare un meccanismo per “scalzare”
la “RK” dalla sua posizione di creditore privilegiato
allo scopo garantire alla società italiana maggiori
chance di soddisfacimento.
Un’opzione, potrebbe essere che,
essendo la “RK” l’effettiva proprietaria della OOO “VT”,
si riesca a farne valere una responsabilità, quantomeno
sussidiaria, in quanto controllante della società
insolvente.
Tra le novità inserite nella
disciplina fallimentare russa, vi è anche la novella
dell’articolo 10 della legge federale 127-FZ/200228.
Tale norma, infatti, consente di far valere la
responsabilità della società controllante29 in caso di
fallimento della controllata. Risulta chiaro, però, che
qui sorgerebbe una difficoltà probatoria, in quanto si
dovrebbe provare che la “RK” ha agito in maniera tale da
danneggiare la stessa controllata. La disciplina
dell’articolo 10 della legge 127-FZ, 2002, per altro,
ricorda quella prevista dall’articolo 2497 del nostro
codice civile, così come risulta novellato dal Dlgs.
N.6/200330.
Sotto un altro profilo, si
consideri come il sistema giuridico russo inquadri il
rapporto tra società controllante e controllata
all’articolo 6 della legge 14-FZ, 199831 e all’articolo
6 della legge 208-FZ, 199532. Le disposizioni in
questione sottolineano come, in caso di fallimento della
società controllata, si possa far valere la
responsabilità della controllante, provando, però che
questa abbia contribuito al fallimento.
Il ricorso a uno dei due meccanismi
sopraindicati, in effetti, consentirebbe di individuare
una responsabilità della “RK”, facendo sì che la società
italiana possa godere di maggiori chance di
soddisfacimento.
Ambedue questi meccanismi, però,
presentano degli aspetti problematici.
In primo luogo, infatti, si deve
lamentare l’assenza di una ricca e precisa
giurisprudenza in materia, per cui risulta difficile
farsi un’idea concreta sull’utilità di un ricorso di
questo tipo33: ad essere precisi, tra le poche pronunce
degli Arbitrazhnie Sudi in materia, solo tre sentenze di
primo grado hanno accolto il ricorso ai sensi
dell’articolo 10 della legge sulla bancarotta34.
In secondo luogo, come sopra
accennato, vi è un problema di natura probatoria: chi
volesse far valere la responsabilità di una società
controllante, infatti, dovrebbe dimostrare che le
direttive impartite e le attività svolte nei confronti
della controllata abbiano causato la situazione di
dissesto della stessa. In un certo numero di casi
relativi all’applicazione dell’articolo 10 della legge
sulla bancarotta, infatti, il ricorso è stato rigettato
proprio perché i ricorrenti non erano stati in grado di
provare il nesso causale tra la condotta della persona
controllante e il dissesto della controllata
insolvente35. L’articolo 6, comma 3°, della legge
208-FZ, 1995, richiede, poi, un quid pluris per far
valere la responsabilità della controllante: è
necessario dimostrare come questa abbia agito
consapevolmente per causare il dissesto della
controllata. In assenza, quindi, di precisi riscontri
nelle scritture contabili, sarà molto difficile provare
questa condotta “dolosa” della società controllante36.
Da ultimo, non si dimentichi che,
attualmente, la “RK” è di proprietà di un’agenzia
statale, la “ASV”, e, ancora oggi, gli stessi cittadini
russi ritengono poco opportuno ricorrere in sede
giudiziale nei confronti di un’entità statale37.
1Una versione completa ed
aggiornata della legge 127-FZ/2002 è consultabile sul
sito internet: www.consultant.ru.
2Si considerino, ad esempio, le
deliberazioni n.855 del 30 novembre 2002 del Governo
della Federazione Russa Dell’organo competente in
materia di fallimento e procedure fallimentare, e n. 257
del 29 maggio 2004 Sulla tutela degli interessi della
Federazione Russa quale creditore nei casi di fallimento
e nelle procedure fallimentari.
3Articolo 3, legge 127-FZ, 2002.
4Articolo 6, comma 2, legge 127-FZ,
2002.
5Articolo 7, legge 127-FZ, 2002. Il
creditore, però, può chiedere l’avvio della procedura
fallimentare, laddove abbia tentato di far valere il suo
diritto nei confronti del proprio debitore in sede
giudiziale o arbitrale e, comunque, non prima di 30
giorni da quando sia stata pronunciata sentenza
giudiziale o arbitrale che riconosca il diritto in
questione. Spesso, il creditore del “fallendo” agisce
giudizialmente proprio davanti all’Arbitrazhniy Sud che
risulta essere competente per la procedura fallimentare.
Si veda l’articolo 7, comma 2, legge 127-FZ, 2002.
6Per individuare l’Arbitrazhny Sud
competente si consideri il combinato disposto
dell’articolo 6, legge 127-FZ, 2002 e dell’articolo 36,
codice di procedura arbitrale della Federazione Russa.
In sostanza, se si procede nei confronti di un
imprenditore individuale si considera il luogo di
residenza, se invece si agisce nei confronti di una
persona giuridica, si considera il luogo di
registrazione statale della stessa. Cfr. Jarkov,
Arbitrazhny Prozess, 3° edizione, Wolters Kluwer, 2008,
Mosca, p.453 e anche N. Rogozhin, Arbitrazhny
Prozess-Kurs Lekzi, Iustizinform, 2006, Mosca, pp. 158 e
ss.
7Articoli da 62 a 75, legge 127-FZ,
2002.
8Articoli da 76 a 92, legge 127-FZ,
2002.
9Articoli da 93 a 123, legge
127-FZ, 2002.
10Articoli da 124 a 149, legge
127-FZ, 2002.
11Articoli da 150 a 167, legge
127-FZ, 2002.
12Si consideri che “l’accordo
pacifico” (art. 150 e ss., legge 127-FZ, 2002) può
essere, in sostanza, accostato alla nostra procedura di
“concordato”; il “risanamento finanziario” (at. 76 e
ss., legge 127-FZ, 2002) è assimilabile ai nostri
“accordi di ristrutturazione dei debiti”; la “procedura
concorsuale” (art. 124 e ss., legge 127-FZ, 2002)
corrisponde alla nostra omonima procedura e, in taluni
casi, ricorda i parametri della “liquidazione coatta
amministrativa”; “l’amministrazione esterna” (art. 93 e
ss., legge 127-FZ, 2002) non è altro che la nostra
“amministrazione straordinaria”. Infine, la sorveglianza
(art. 62 e ss., legge 127-FZ, 2002) non corrisponde ad
una particolare procedura dell’ordinamento italiano, ma
è, piuttosto una normale fase della procedura
fallimentare in cui si agisce per mantenere l’integrità
dei beni del fallito mentre vengono svolte le operazioni
di valutazione della situazione finanziaria e di
composizione del registro dei creditori.
Per una dettagliata analisi delle
procedura fallimentari operanti nel nostro ordinamento
si consulti, L. Guglielmucci, Diritto fallimentare, 3°
edizione, Giappichelli, Torino. Una interessante e
concisa analisi dei meccanismi fallimentari nella
Federazione Russa è consultabile sul sito
www.russianlawonline.com.
13Come si è detto, la procedura in
questione è, attualmente, accostabile agli “accordi di
ristrutturazione dei debiti”, che sono una particolare
forma di concordato prevista dal DL. 35/2005.
14Cfr. anche V.
Jarkov, Arbitrazhny Prozess, op. cit., pp. 473-474.
15Pur essendo l’amministrazione
esterna analoga alla nostra amministrazione
straordinaria per le grandi imprese, disciplinata ora
con Dlgs. 270/1999, che richiede, per altro, il rispetto
di alcuni parametri dimensionali, la legge 127-FZ, 2002
non risulta indicare parametri dimensionali richiesti
per l’applicazione di questo particolare meccanismo.
16Cfr. anche V.
Jarkov, Arbitrazhny Prozess, op. cit., pp. 474-475.
17Analogamente a quando accade nel
nostro ordinamento. Così come nel nostro ordinamento, in
primo luogo dovranno essere soddisfatte le spese del
tribunale, i compensi dei soggetti coinvolti nella
gestione della procedura e, in generale, le spese della
procedura fallimentare. Si confronti l’articolo 111,
comma 3, della legge 267/1942. Sulla procedura
concorsuale si cfr. anche V. Jarkov, Arbitrazhny
Prozess, op. cit., pp. 470-472.
18 La disciplina è nella sostanza
analoga a quella già conosciuta nel nostro ordinamento.
Si vedano gli art. 128-129, legge 267/1942.
19 Cfr. anche V. Jarkov,
Arbitrazhny Prozess, op. cit., pp. 476-478.
20Prima del 2008, per altro, la
Federazione Russa consentiva molteplici chance per gli
imprenditori stranieri di svolgere attività commerciale
in Russia, tuttavia, a seguito della crisi economica
globale, il governo russo ha cominciato ad adottare una
serie di misure protezionistiche che hanno allontanato
diversi imprenditori di altri paesi. Due esempi
eclatanti di questa nuova condotta del governo russo
sono il fallimento del progetto della piattaforma
petrolifera “Sakhalin-II” e il mancato raggiungimento
dell’accordo di joint venture tra BP e TNK. Infatti, nel
primo caso la compagnia petrolifera Shell e, nel secondo
caso, la nota compagnia British Petroleoum sono state
sottoposte a pressioni che le hanno allontanate da
questi progetti. Si confronti anche
W. Burnham, P. Maggs e G. Danilenko, Law and legal
system of the Russian Federation, Juris Publishing, 4a
edizione, 2009, New York, p. 475.
21In merito alle modifiche
apportate alla disciplina fallimentare russa, si invita
a confrontare l’approfondimento ad opera dei soci dello
studio legale Baker&McKenzie, consultabile sul sito
internet: www.russianlawonline.com.
22 Il caso presentato, è iscritto a
ruolo con il codice A52-3539/09, presso l’Arbitrazhny
Sud della regione di Pskov (www.pskov.arbitr.ru).
23OOO (obshestvo s organichennoi
otestvennost’) è il corrispettivo russo della sigla
italiana SRL.
24Tutto ciò nonostante le
prestazioni a carico della società italiana si siano
pienamente realizzate e siano anche state riconosciute e
certificate dalla controparte russa!
25L’ASV (agenstvo po strahovniu
vkladov) è un’agenzia statale della Federazione Russa
che si è occupata del salvataggio di diversi istituti di
credito russi, tra cui, appunto la banca “RK”.
26 Come nel nostro ordinamento,
quindi, il soddisfacimento della società italiana sarà
postergato rispetto a quello della “RK” e dei creditori
ad essa “assimilati”, e quindi la possibilità di
ottenere il proprio credito sono, di fatto, ridotte.
27 Senza contare che, comunque, le
trattative in tal senso sembrano essersi arenate.
28Articolo 10, comma 4, legge
127-FZ/2002: “Il controllante della persona debitrice
sopporto solidalmente una responsabilità sussidiaria per
le obbligazioni pecuniarie del debitore e (o) le
obbligazioni obbligatorie….”
Tuttavia la norma sottolinea come:
“Il controllante non risponde per il pregiudizio
arrecato ai diritti di proprietà dei creditori, se
dimostra di aver agito coscienziosamente e
ragionevolmente negli interessi del debitore”.
29La legge 127-FZ, 2002, definisce
la società controllante all’articolo 2. Si tratta in
sostanza di un’entità che ha, o aveva, nel periodo di 2
anni precedenti alla dichiarazione di fallimento della
persona insolvente la capacità di fornire alla stessa
ordini e direttive vincolanti o, comunque, la capacità
di determinare le attività del fallito.
30Articolo 2497, comma 1, codice
civile italiano: “Le società o gli enti che, esercitando
attività di direzione e coordinamento di società,
agiscono nell’interesse imprenditoriale proprio o altrui
in violazione dei principi di corretta gestione
societaria e imprenditoriale delle società medesime,
sono direttamente responsabili nei confronti dei soci di
queste per il pregiudizio arrecato alla redditività ed
al valore della partecipazione sociale, nonché nei
confronti dei creditori sociali per la lesione cagionata
all’integrità del patrimonio della società….”.
Per cui, in sostanza, in caso di
fallimento si delinea una duplice responsabilità per la
controllante: a) verso la stessa società controllata; b)
nei confronti dei creditori sociali. Cfr. anche L.
Guglielmucci, Diritto fallimentare, op. cit., p. 290.
31La legge federale 14-FZ,1998,
disciplina le società a responsabilità limitata.
32La legge federale 208-FZ, 1995,
disciplina le società per azioni. Sia nella loro forma
di OAO (società per azioni aperte), sia nella formo
delle ZAO (società per azioni chiuse).
33In realtà dal 2009 al 2011 sono
state pronunciate solo 167 decisioni (comprendenti
quelle di 1° e 2° grado, più le pronunce dei tribunali
di cassazione), riguardanti l’articolo 10 della legge
127-FZ, 2002 così come risulta novellato dalla legge
73-FZ, 2009.
34Le sentenze sono relative ai
casi: A57-22364/2009; A41-35400/2010: A09-6873/2010.
35Cfr. sentenza relative al caso
A33-2056/2011 e al caso A53-12208/2009.
36Tanto più che si richiede di
provare la posizione soggettiva di una persona
giuridica.
37Si confronti
in tal senso, K. Hendley, Telephone law and the Rule of
law: the Russian case, in Hague Journal on the Rule of
law, volume 1, p.2, 2009, p. 241. |