Carta
di identità senza limite di età
L'entrata in vigore della norma è passata sotto silenzio
per via della concomitanza con le elezioni
amministrative ma da sabato scorso anche i neonati
potranno avere la carta d'identità. Con tanto di
fotografia. È stato pubblicato il 13 maggio il decreto
legge sullo Sviluppo che contiene l'eliminazione del
limite di età per il rilascio del documento d'identità.
Della questione si parlava già da tempo ma nessuno si
aspettava un'entrata in vigore così repentina.
UNA
NOVITÀ che ha trovato «impreparati la maggior parte dei
Comuni italiani visto che ad oggi non so quanti enti
locali sappiano della norma. Credo non se ne sia accorto
nessuno» precisa Romano Minardi, esperto dell'Anusca,
associazione nazionale ufficiali di stato civile e
d'anagrafe.
L'
introduzione della modifica sul sistema di rilascio è
stata il «fuori programma» del X° convegno regionale
della Lombardia dell'Anusca svoltosi ieri al centro
pastorale Paolo VI. In scaletta non c'era traccia
dell'argomento ma è stato inserito in apertura di lavori
per via delle importanti ricadute che avrà sul lavoro
quotidiano degli ufficiali di stato civile e d'anagrafe.
Nessuna garanzia, poi, che la norma rimanga così com'è.
«Il decreto legge deve essere covertito in legge entro
60 giorni e - sottolinea Minardi - potrebbero esserci
ulteriori modifiche».
Sul
piano pratico, la validità del documento è di 3 anni per
i minori dagli 0 ai 3 anni per poi dilatarsi a 5 anni
per chi ha dai 3 ai 18 anni. La carta d'identità per i
neonati (o per i minori di 15 anni) non è obbligatoria
ma subordinata a esigenze del vivere quotidiano, prima
fra tutte quella dell'espatrio. «E qui, a mio avviso c'è
il grosso problema» avanza l'esperto Anusca. Il decreto
entrato in vigore la scorsa settimana (che va a
modificare l'articolo 3 del testo unico delle leggi di
pubblica sicurezza) prevede che i minori di 14 anni in
procinto di andare all'estero siano accompagnati da un
genitore o da chi ne fa le veci. Da qui nasce un
problema. Secondo l'Anusca, ciò non tutela al massimo il
minore. «Sulla carta d'identità del minore, a differenza
del passaporto che ha molte pagine, non compare il nome
dei genitori. Questo - continua Minardi - potrebbe
comportare una minore tutela nel campo della
compravendita o della sottrazione di minore. Come
faccio, infatti, ad essere sicuro che la persona che
accompagna il ragazzo in frontiera sia davvero il
genitore. In questa caso il passaporto elettronico è più
sicuro».
E il
lasciapassare che fine fa? Fino a quando l'Italia non
recede dalla sottoscrizione della convenzione
internazionale di Parigi del 1957, il lasciapassare
resta come una delle modalità di espatrio dei minori.
«Immagino che andrà in disuso» afferma Minardi.
LA
PLATEA degli addetti ai lavori ha poi discusso di
«questioni tecniche» come, per esempio, l'inserimento o
meno sul documento d'identità della professione (la
dicitura rimane anche nella carta destinata al neonato)
o della firma (non necessaria sotto i 14 anni d'età).
Cose che sembrano di minore importanza o di facile
soluzione ma che sono ostacoli da superare per chi ha a
che fare con la macchina della burocrazia statale. Detto
questo, ora la palla passa in mano agli uffici
anagrafici comunali che non potranno fare altro che
aggiornarsi. «Fino a quando - precisa l'esperto Anusca -
i sistemi informatici dei comuni non saranno adattati
per far fronte all'introduzione delle nuove regole, gli
ufficiali non potranno provvedere a rilasciare le carte
d'identità». E sulla formazione è tornato anche il
vicepresidente nazionale dell'Anusca, Edoardo Bassi.
«Molti dirigenti pensano che il lavoro dei servizi
demografici sia standardizzato e per questo tagliano i
fondi destinati all'aggiornamento». Una professione che
invece, fa del cambiamento della società, il suo pane
quotidiano. «Non c'è niente di più sbagliato, spero
tanto - conclude - che i vertici competenti lo
recepiscano».
Silvia Ghilardi |