Con la circolare n. 21/E di ieri
l'Agenzia delle Entrate ha fornito agli uffici locali le
indicazioni per la prevenzione e il contrasto
dell’evasione fiscale per l’anno 2011. Quest’anno si
vuole assicurare la continuità, nell’ottica del
principio di proficuità dell’azione amministrativa,
della lotta al contrasto dell’evasione che, nel 2010, ha
dato ottimi risultati. Pertanto, obiettivo strategico
per il 2011 è il mantenimento dello stesso livello
quantitativo e qualitativo del 2010, compatibilmente con
la diminuzione delle risorse destinabili all’area
prevenzione e contrasto dell’evasione.
In tale ottica, però,
viene rimodulata la distribuzione degli interventi
tra le varie macro-tipologie di contribuenti e linee
di attività, al fine di ottenere risultati più efficaci
e maggiormente incisivi.
E qui entra in gioco
anche il “fattore umano”. Infatti, nel 2011 è
entrata ormai a regime la riorganizzazione dell’Agenzia
varata nel 2009 e, con essa, la gestione delle
attività di controllo a livello provinciale e regionale
(per i grandi contribuenti). Tale attività,
sotto la diretta responsabilità dei Direttori
provinciali e Regionali, deve garantire sempre meglio il
presidio dei rischi di evasione specifici di ciascuna
macro-tipologia di contribuenti, mediante una
pianificazione dei controlli idonea ad intercettare le
posizioni a maggior rischio.
In particolare,
l’Agenzia delle Entrate, rinnovando le raccomandazioni
già contenute nella circolare n. 20/E dello scorso anno
(i cui “insegnamenti”, insieme a quelli contenuti nella
circolare n. 13/E del 2009, sono ancora validi), ricorda
che i Direttori provinciali, oltre a sviluppare una
conoscenza approfondita della realtà provinciale in cui
operano, devono consolidare ulteriormente i rapporti
cooperativi tra i responsabili degli Uffici Controllo e
Territoriali, in cui sono articolate le Direzioni,
nell’ambito di una visione strategica unitaria
delle varie attività con le quali si realizza la
complessiva azione svolta dalle Direzioni provinciali
stesse.
Entrando più nello
specifico, gli interventi degli uffici dell’Agenzia
dovranno concentrarsi nel 2011 soprattutto:
•sulle attività di controllo fiscale destinate, in modo
specifico, alle diverse macro-tipologie di
contribuenti e che quindi integrano nel loro
complesso la peculiare strategia da adottare per ridurre
i rischi di evasione/elusione che caratterizzano
ciascuna delle dette macro-tipologie (c.d. “attività
specifiche”);
•sulle attività che per loro natura non possono
specificamente riferirsi alle suddette macro-tipologie
di contribuenti, ma le riguardano tutte
“trasversalmente”, in modo più o meno marcato (c.d. “attività
trasversali”).
Attività specifiche
Le attività specifiche
riguarderanno:
- i grandi
contribuenti: con riferimento alla selezione dei
contribuenti da sottoporre ad attività istruttorie
esterne, l’azione di controllo, come di consueto, è
orientata sulle posizioni per le quali siano stati
riscontrati rischi di evasione/elusione di
particolare rilevanza.
Inoltre, dal “magazzino”
complessivo degli elementi informativi vanno individuate
alcune posizioni da trattare con priorità in base ai
seguenti, consolidati criteri:
•posizioni riguardanti periodi di imposta per i quali il
potere di accertamento decade alla data del 31 dicembre
2011;
•elementi che necessitano di ulteriore attività
istruttoria (ad esempio, le segnalazioni ex art.
37-bis, D.P.R. n. 600 del 1973 o relative alla
deducibilità di costi connessi ad operazioni con
soggetti residenti in Paesi black list);
•situazioni che evidenziano rischi connessi con la
tutela del credito erariale (erogazione di rimborsi,
decadenza di polizze fideiussorie, situazioni debitorie
di particolare rilevanza, etc.);- le imprese di medie
dimensioni: per esse sono previsti specifici
piani di intervento, elaborati sulla base di analisi
di rischio a livello locale, che riguardino almeno
1/5 delle imprese di medie dimensioni. Per
l’Agenzia, la persistenza di un diffuso
sottodimensionamento delle basi imponibili, che si
traduce in una bassa redditività, impone, anche per
quest’anno, l’intensificazione ed il miglioramento
dell’attività di controllo, da perseguire sfruttando al
massimo le sinergie derivanti dal nuovo modello
organizzativo di cui si è detto in precedenza.3
Per i controlli, oltre
ad una particolare attenzione al corretto adempimento
degli obblighi IVA, vanno individuate le posizioni a
rischio, graduate in funzione del risk score
attribuito, e, in caso di elementi di rischio
equivalenti, vanno privilegiati nella selezione le
situazioni in cui c’è assenza di controlli negli
ultimi 4 anni e presenza di perdite “sistemiche”,
così come definite dall’art. 24, comma 1, D.L. n. 78 del
2010;
- le imprese di
minori dimensioni e i lavoratori autonomi:
facendo seguito alla nota n. 2011/16980 del 14 febbraio
2011, un’attenzione particolare è posta sui soggetti:
•che hanno presentato il modello studi di settore e sono
risultati non congrui o congrui e “appiattiti” alle
risultanze degli studi di settore nonché sui soggetti
congrui a seguito di adeguamento significativo alle
risultanze degli studi stessi;
•che, seppure rientranti nel campo di applicazione degli
studi di settore, non hanno presentato il relativo
modello; o che esercitano attività per le quali non
risultano applicabili gli studi di settore;
•che hanno evidenziato una perdita per più periodi
d’imposta consecutivi;- il settore no profit: a
tale proposito, viene ricordato che l’attività di
controllo volta ad intercettare i soggetti che abusano
delle norme agevolative a valenza generale assume, anche
nel 2011, una rilevanza strategica e da essa sono attesi
risultati sempre più significativi, in termini sia di
recupero dell’evasione pregressa, sia dissuasivi,
determinando la fuoriuscita dei soggetti privi degli
specifici requisiti previsti dai settori agevolati;
- le persone fisiche:
per esse vengono confermati:
•il piano di controlli “formali” delle
dichiarazioni dei redditi, ex art. 36-ter,
D.P.R. n. 600 del 1973, calibrato sui più rilevanti
rischi di esposizione di deduzioni dal reddito
complessivo e/o di crediti o detrazioni d’imposta non
spettanti;
•il piano di accertamenti parziali c.d.
automatizzati, in materia di imposte sui redditi, ad
alta potenzialità di recupero della micro-evasione;
•il piano straordinario di controlli finalizzati alla
determinazione sintetica del reddito delle persone
fisiche.
Attività trasversali
Le c.d. attività
trasversali riguardano:
•l’attività in materia di antifrode: su tale
piano, la priorità è il contrasto dei fenomeni di frode
in materia di IVA sia in ambito europeo che
nazionale;
•l’attività di contrasto all’evasione internazionale
e a proiezione internazionale: particolare
attenzione è posta all’illecito trasferimento e/o
detenzione all’estero da parte di contribuenti nazionali
di attività produttive di reddito, al fittizio
trasferimento all’estero della residenza fiscale a fini
di evasione e alla interposizione fittizia o della
estero-vestizione da parte di contribuenti italiani di
entità, prevalentemente allocate in paradisi fiscali
(trust, società anonime, fondi d’investimento e così
via), finalizzata alla sottrazione a tassazione dei
redditi prodotti in Italia e all’estero;
•le attività relative ad altri tributi indiretti
diversi dall’IVA: il presidio degli adempimenti in
materia di imposte di registro, ipotecaria e catastale e
dell'imposta sulle successioni e donazioni è garantito,
secondo le linee direttive tracciate nella circolare n.
20 del 2010, mediante l’attività di controllo “formale”
degli atti e delle dichiarazioni nonché dalle attività
di accertamento da indirizzare sulle posizioni a
specifico rischio di evasione;
•attività in materia di riscossione: in tal caso
la fanno da padrona le nuove regole introdotte dal D.L.
n. 78/2010 e, in particolare, la nuova esecutività
degli avvisi di accertamento di cui all’articolo 29
dello stesso decreto.
A cura della Redazione
|