Avv. Paolo Nesta


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Il bicchiere mezzo vuoto della sentenza Thyssen-Krupp e alcuni effetti collaterali indesiderati sui datori di lavoro “bravi” di Ugo Fonzar-postilla.it

 

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Penso che chi gira per le aziende sa che ci sono datori di lavoro che si distinguono almeno in tre livelli: bravi, medi e cattivi.

Io lavoro spesso con i bravi, e ovviamente con vari medi; coi cattivi ci ho sempre fatto baruffa, ovvero son durato poco (per fortuna).

 

I bravi e i medi mi pagano per sentirsi dire le cose che non vanno e magari ci rimangono anche male: si aspettano un caffè già zuccherato, ma io glielo preparo al meglio, ma senza zucchero - se vogliono si mettono loro da 1 a più cucchiaini, non è un problema mio… io devo far il tecnico e supportare le aziende affinché migliorino la loro sicurezza.

 

Restringiamo il campo di azione del ragionamento a quelli bravi, ovviamente a quelli che da anni credono e fanno quel che c’è da fare e con coscienza le cose per la sicurezza.

 

Perché tale sentenza penso possa avere effetti collaterali negativi su tale categoria di imprenditori?

La sentenza tradotta per questi significa:

 

“stai attento che se succede qualcosa e ti becchiamo te la facciamo pagare cara”

 

con aggiunto “tanto non hai fatto mai abbastanza”.

Ritengo che per i datori di lavoro cattivi questa minaccia sia in pratica un piccolo sberleffo: continueranno la loro condotta senza grandi remore (purtroppo!!!).

 

Che messaggio passa quindi?

a) l’RSPP scrive al datore di lavoro una cosa che non va (anche via mail, non serve il documento di valutazione del rischio)

b) il datore di lavoro viene a conoscenza

c) da quel momento lì se non fa nulla “è DOLO eventuale” e rischia 20 anni di galera se non fa nulla e “se accade qualcosa”

Risultato1? Uno sport che si allarga nelle aziende anche oggi “sane” e “attente”: lo Scaricabarile!

Risultato2? I dirigenti che non dirigono e i polli scaduti

Risultato più profondo? Si fa tanta carta e niente di concreto per chi ha bisogno di “sicurezza vera”.

 

Ma chi si salverà da questo meccanismo perverso e non virtuoso? Solo chi riuscirà a “far squadra” in azienda (l’RSPP che lavora assieme al Datore di lavoro e alle altre figure, coinvolgendo i lavoratori tutti).

 

Chi sono i vertici aziendali che potranno far ciò? I leader e non quelli che detengono il potere (accompagnato dal terrore dei subordinati)… e qui di strada in tante aziende…

 

Quante aziende sono in queste condizioni?

 

Una doverosa precisazione in modo da evitare malintesi: il caso specifico di TyssenKrupp, le prove a carico degli imputati e la loro condotta non penso sia stata giudicata in modo inadeguato, anzi: se questa è la sentenza, così sia. Se le famiglie e gli offesi han ricevuto almeno per il primo grado soddisfazione, così sia. Volevo far una osservazione per una categoria specifica che “esiste” sul ns tessuto produttivo e spero che possa aprire una riflessione…

 

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