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Acquisti on line, approvati alcuni emendamenti alla proposta di direttiva sui diritti dei consumatori-Ipsoa.it

 

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di Giuditta Merone , Tiziana Ianniello

Il Parlamento europeo approva una serie di emendamenti alla proposta di direttiva sui diritti dei consumatori europei, migliorando la protezione dei consumatori che acquistano online.

 

Il 24 marzo 2011, nel corso della seduta plenaria di Strasburgo, il Parlamento europeo ha approvato, in prima lettura, una serie di emendamenti alla proposta di direttiva sui diritti dei consumatori presentata l’8 ottobre 2008 dalla Commissione europea al fine di proteggere i consumatori che acquistano online ed accrescere la fiducia nel commercio transfrontaliero.

 

E’ bene ricordare che la Commissione europea, dopo aver svolto appositi studi sul mercato europeo dell’ e-commerce, ha pubblicato la comunicazione del 22 ottobre 2009 sul commercio elettronico transfrontaliero tra imprese e consumatori nell’UE in cui espone le linee di una strategia volta a migliorare il mercato del commercio elettronico transfrontaliero.

 

Successivamente, il Parlamento europeo, il 21 settembre 2009 ha approvato un risoluzione nella quale descrive gli ostacoli che si frappongono al completamento del mercato interno per il commercio elettronico, invitando il legislatore comunitario e la Commissione, ciascuno in base ai propri poteri, a garantire un ambiente online affidabile, aumentando il livello di protezione dei consumatori ed eliminando gli ostacoli allo sviluppo del commercio elettronico transfrontaliero. Dagli studi effettuati dalla Commissione e dagli atti comunitari citati emerge che il potenziale transfrontaliero delle vendite a distanza non è completamente sfruttato.

 

Rispetto alla crescita significativa delle vendite a distanza negli ultimi anni, è rimasta limitata la crescita delle vendite a distanza transfrontaliere, in particolare quella delle vendite via internet che hanno un elevato potenziale di ulteriore crescita. Il potenziale transfrontaliero dei contratti negoziati fuori dai locali commerciali o dei contratti a distanza è limitato da una serie di fattori, in particolar modo dalle disparità esistenti nella legislazione degli Stati membri, le quali possono creare barriere importanti nel mercato interno con ripercussioni sui professionisti e sui consumatori.

 

Tali barriere aumentano i costi di adempimento per i professionisti che desiderano esercitare a livello transfrontaliero la propria attività di vendita di merci o di fornitura di servizi.

 

Al fine di migliorare la protezione dei consumatori e aggiornare le regole esistenti in materia di commercio transfrontaliero le Istituzioni comunitarie hanno deciso di affrontare il problema su più fronti attraverso una serie di misure dirette a:

 

- contrastare la frammentazione del mercato interno online;

 

- completare il mercato interno con il commercio elettronico;

 

- migliorare la tutela giuridica degli utenti nel commercio elettronico transfrontaliero;

 

- elaborare una strategia e-confidence per aumentare la fiducia degli utenti del commercio elettronico.

 

Pertanto, alla luce di tutte queste considerazioni, il legislatore comunitario ha avviato l’iter legislativo diretto all’adozione della nuova direttiva sui diritti dei consumatori, la quale, intende conseguire un livello elevato di tutela dei consumatori e contribuire al corretto funzionamento del mercato interno mediante l'armonizzazione di taluni aspetti delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri in materia di contratti tra consumatori e professionisti. Una volta approvata, la nuova direttiva disciplinerà i diritti dei consumatori europei negli acquisti effettuati su tutto il territorio comune.

 

Essa riunirà in un unico testo la direttiva 97/7/CE in materia di contratti a distanza, le direttive 93/13/CEE (concernente le clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori), la direttiva 1999/44/CE (su taluni aspetti della vendita e delle garanzie dei beni di consumo), e la direttiva 85/577/CEE (sui contratti negoziati fuori dei locali commerciali). In sostanza, si avrà un solo testo che disciplina tutti i diritti dei consumatori europei in materia contrattuale per tutti i tipi di vendite (in negozio, per telefono, per ordine postale e online).

 

Allo stato attuale, la proposta della Commissione, ha subito, in prima lettura, oltre duecento emendamenti da parte del Parlamento europeo, volti a rafforzare notevolmente i diritti dei consumatori riguardo numerosi aspetti legati soprattutto al commercio elettronico. Innanzitutto, una importanza fondamentale nelle vendite fuori dai locali commerciali o a distanza viene riconosciuta agli obblighi di informazione precontrattuale che gravano sul professionista, il quale deve dare al consumatore informazioni chiare in merito alle caratteristiche del bene o servizio offerto, all’identità, indirizzo, numero di telefono e fax, indirizzo elettronico del venditore, al prezzo complessivo della transazione, alle modalità di esercizio del diritto di recesso, alla consegna della merce, ai reclami, alle garanzie legali ecc…

 

Ma la novità che offre maggiori garanzie agli interessi dei consumatori riguarda il diritto di recesso nelle vendite a distanza. Considerato che l’acquirente non è in grado di prendere visione del prodotto se non al momento della consegna, egli può recedere dal contratto per qualsiasi motivo entro 14 giorni dall’acquisto (il termine decorre appunto dalla consegna del bene se il contratto ha ad oggetto un prodotto da consegnare, altrimenti decorre dalla conclusione del contratto).

 

Tuttavia se il professionista non fornisce al consumatore le informazioni sul diritto di recesso, il periodo di recesso scade un anno dopo la fine del periodo di recesso iniziale, Il consumatore che intende esercitare il diritto di recesso, ne informa il commerciante, gli restituisce il bene ed ha diritto ad ottenere il rimborso entro i successivi 14 giorni che decorrono dal giorno in cui è stato informato del recesso del consumatore. Inoltre, se il prodotto costa più di 40 €, le spese di spedizione sono sostenute dal venditore.

 

Tuttavia, le regole sul diritto di recesso non si applicano ai contratti negoziati fuori dai locali commerciali o a distanza che hanno ad oggetto la fornitura di specifici prodotti o servizi (cibi, bevande, prodotti farmaceutici, prodotti digitali, giornali, riviste, servizi personalizzati ecc…).

 

Per quanto riguarda la consegna del prodotto acquistato a distanza, essa deve avvenire entro 30 giorni dall’acquisto, trascorsi i quali il consumatore può esercitare il diritto di recesso. Il consumatore ha diritto di chiedere al professionista di consegnare il bene o di prestare il servizio in un altro Stato membro. In tal caso il professionista è tenuto a soddisfare la richiesta del consumatore se ciò è tecnicamente fattibile e se il consumatore accetta di sostenere tutti i costi correlati.

 

E’ inoltre prevista la responsabilità del professionista nel caso di difetto di conformità del bene acquistato, riconoscendo al consumatore il diritto di scelta tra il ripristino della conformità dei beni mediante riparazione o sostituzione oppure una ragionevole riduzione del prezzo o la risoluzione del contratto.

 

La proposta di direttiva sui diritti dei consumatori prevede, tra l’altro, obblighi di reperibilità e di comunicazione da parte del professionista, nonché regole precise sulla forma dei contratti e sulla validità delle clausole contrattuali abusive.

 

Prevede, infine, che il consumatore sia esonerato da qualsiasi prestazione corrispettiva in caso di fornitura non richiesta di un bene o di un servizio. In tali casi, l'assenza di una risposta dal consumatore in seguito a tale fornitura non richiesta non costituisce il consenso. Il testo in esame dovrà essere riesaminato dalla commissione parlamentare per poi essere sottoposto all’approvazione del Parlamento europeo e del Consiglio, come prevede la procedura legislativa ordinaria.

 

Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sui diritti dei consumatori (COM(2008)0614)

 

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