Novanta giorni e sanzione ridotta
per sistemare le posizioni - circa due milioni - di chi
è rimasto inattivo
Ultima chiamata del Fisco per le
partite "spente". I titolari di una posizione Iva che,
pur non svolgendo alcuna attività, non hanno comunicato
la cessazione, hanno 90 giorni di tempo per
regolarizzare spontaneamente la propria situazione,
versando una sanzione ridotta di 129 euro tramite l'F24
dedicato. Sanare il rapporto con il Fisco è facile e
immediato: basta pagare con il modello "F24 Versamenti
con elementi identificativi", indicando il codice
tributo 8110 (istituito con la risoluzione n. 72/E
dell'11 luglio), il numero di partita Iva da chiudere e
l'anno di cessazione dell'attività. Chi non si avvale di
questa opportunità, rischia una sanzione che può variare
dai 516 fino ai 2.065 euro.
Il conto dei giorni per la
"dipartita" soft
I titolati di partita Iva ormai
inutilizzata devono calcolare i 90 giorni di tempo per
regolarizzare la propria posizione partendo dal 6 luglio
2011, data di entrata in vigore dell'ultima manovra
(decreto legge 98/2011). Resta fermo che l'agevolazione
si applica a patto che la violazione non sia stata già
contestata dal Fisco con atto portato a conoscenza del
contribuente.
Basta l'F24 per recuperare il tempo
perso
I contribuenti che hanno
dimenticato di comunicare la cessazione della propria
attività entro i 30 giorni prescritti dalla norma
(articolo 35, comma 4, del Dpr 633/1972) possono ora
sanare la violazione versando spontaneamente, entro 90
giorni dalla data di entrata in vigore del Dl 98/2011,
un importo pari a 129 euro, somma che equivale ad 1/4
della sanzione minima.
In pratica, per aderire alla norma
di favore, è sufficiente versare l'importo entro il
prossimo 4 ottobre. Nell'ottica della semplificazione,
non occorre presentare anche la dichiarazione di
cessazione attività con il modello AA7 (i soggetti
diversi dalle persone fisiche) ovvero AA9 (le imprese
individuali e i lavoratori autonomi), perché a chiudere
la partita Iva sarà l'Agenzia sulla base dei dati
desunti dal modello F24 presentato.
8110, il codice che chiude la
partita
La benedizione del Fisco viaggia su
"F24 Versamenti con elementi identificativi" tramite il
codice tributo 8110 ("Sanzione per l'omessa
presentazione della dichiarazione di cessazione attività
di cui all'art. 35, c. 3, del Dpr 633/1972 - Sanatoria
di cui all'articolo 23, c. 23, d.l. n. 98/2011").
Nel compilare la delega di
pagamento, nella sezione "Contribuente" devono essere
riportati i dati anagrafici e il codice fiscale di chi
effettua il versamento, mentre nella sezione "Erario ed
altro" occorre indicare:
la lettera "R" nel campo "tipo"
il numero della partita Iva da
chiudere nel campo "elementi identificativi"
il codice tributo 8110 nel
campo "codice"
l'anno di cessazione
dell'attività (nel formato AAAA) nel campo "anno di
riferimento"
Cosa rischia chi lascia appesa la
partita
Per i contribuenti che hanno appeso
al chiodo l'attività senza presentare la dichiarazione
di cessazione e non colgono l'opportunità ora concessa
dal decreto legge 98/2011, l'Agenzia può procedere alla
chiusura d'ufficio della partita Iva, irrogando la
sanzione che può arrivare fino a 2.065 euro.
E' lo stesso Dl 98/2011 a
prevederne la revoca qualora il contribuente, pur
obbligato, non abbia presentato per gli ultimi tre
esercizi la dichiarazione Iva annuale oppure, quando a
seguito di controlli, venga accertato il mancato
svolgimento delle attività per le quali la partita Iva è
stata attribuita.
Chiara Ciranda
Giulia Marconi |