Per azzerare il deficit entro il
2014 occorre una correzione di circa 2,3 punti di Pil,
più o meno 40 miliardi. Gli aggiustamenti previsti dal
Governo hanno efficacia solo dal 2013 in poi (prima il
saldo è zero) e per più di un terzo sono affidati a una
delega fiscale il cui contenuto è tutt'altro che
definito. A conti fatti, si tratta di una manovra che
grava soprattutto sulle entrate contrariamente agli
impegni presi dal nostro Governo in Europa. Il
contributo delle entrate sarà ancora maggiore se
Regioni, province e comuni aumenteranno le imposte
locali per rifarsi dei tagli ai trasferimenti. Nessuna
misura per lo sviluppo.
Grazie al lavoro del Servizio
Bilancio del Senato è possibile finalmente ricostruire i
numeri della manovra.
Per centrare l’obiettivo di
azzerare il deficit entro il 2014 occorre una correzione
di circa 2,3 punti di Pil. Con un Pil stimato per il
2014 a circa 1750 miliardi, questo significa reperire 40
miliardi.
La tabella qui sotto documenta come
nella manovra manchino circa 15 miliardi all’appello. Il
reperimento di queste risorse viene affidato a una
delega fiscale il cui contenuto è tutt’altro che
definito. Come messo in luce da Cecilia Guerra, la legge
delega è un cattivo copia e incolla della legge delega,
mai esercitata, votata dal Parlamento nel 2003.
Inoltre, l’aggiustamento netto avviene unicamente dal
2013 in poi, quando sarà in carica un nuovo Governo. In
sostanza c’è un rinvio (a una legge delega) nel rinvio
(ai governi futuri). Speriamo che basti a rassicurare
gli investitori. I segnali, oggi lo spread con i Bund
tedeschi ha toccato i 247 punti base, non sono
incoraggianti.
SOPRATTUTTO PIU’ TASSE
Fra i tagli di spesa, la parte del
leone consiste nel taglio ai trasferimenti a Regioni,
province e comuni (7,4 miliardi a regime) e alla spesa
sanitaria (5), gestita dalle Regioni. Sono previsti
anche tagli ai ministeri che, a regime, dovrebbero
raggiungere i 6 miliardi. Verranno attuati col sistema
dei tagli lineari a meno che i singoli dicasteri attuino
le procedure previste dalle spending reviews,
rivitalizzate dopo essere state abbandonate per tre
anni. Le pensioni contribuiscono con circa un miliardo,
ma alla luce di quanto affermato dal Governo dopo la
presentazione della legge (il ritocco
dell’indicizzazione riguarderà solo le pensioni di più
di 2300 euro), il contributo netto si dovrebbe attestare
attorno a 300 milioni).
IMPOSTE REGRESSIVE
Le maggiori entrate provengono
soprattutto da imposte regressive, come l’imposta sui
depositi titoli (che raggiungerà fino a 3 miliardi e
mezzo), a somma fissa. Colpisce i piccoli risparmiatori
azzerando i rendimenti di un investimento di 30.000 euro
in titoli di stato. Poi ci sono le tasse sui giochi,
praticati soprattutto da persone con redditi
medio-bassi.
Le maggiorazioni all’Irap su banche
e assicurazioni (quasi un miliardo di gettito nel 2012)
sembrano incoerenti con l’obiettivo di ricapitalizzare
gli istituti di credito.
La delega fiscale dovrà reperire 15
miliardi in aggiunta a quelli necessari per finanziare
la rimodulazione delle aliquote Irpef che deve avvenire,
secondo quanto sostenuto dal Governo, senza peggiorare
la posizione di alcun contribuente. Quindi
presumibilmente la manovra rinviata dovrà mobilizzare 25
miliardi con imposte sostitutive (l’unica spesa cui si
fa riferimento nella legge delega è quella
assistenziale).
A conti fatti, si tratta di una
manovra che grava per due terzi sulle entrate e per un
terzo sulle minor spese, Il contributo delle entrate
sarà ancora maggiore se gli enti locali si rifaranno dei
tagli ai trasferimenti aumentando le imposte locali. Da
qui a fine legislatura, il contributo delle spese
all’aggiustamento è addirittura negativo. Tutto l’onere
grava sulle entrate. Si noti che nei documenti
presentati alle autorità europee, il Governo si era
impegnato ad un aggiustamento “prevalentemente sul lato
della spesa”.
NIENTE SVILUPPO
Non si vedono misure per lo
sviluppo, se non piccoli rifinanziamenti di fondi
infrastrutturali. Nelle bozze circolate subito dopo il
Consiglio dei Ministri c’era una liberalizzazione degli
ordini professionali. Poi nel testo sono cominciate ad
apparire eccezioni (niente notai, architetti, etc.).
Infine l’articolo è uscito del tutto dalla manovra ed è
apparsa una proposta di legge. Non è più che un elenco
di titoli. Dovrebbe dare vita prima a un disegno di
legge delega da porre al voto come provvedimento
delegato alla manovra. Insomma siamo in altissimo mare.
Come mostra l’esperienza delle lenzuolate di Bersani,
queste riforme si fanno con i decreti o non si fanno.
Il sostegno agli startup era già
nel decreto sviluppo. Qui ci sono solo risparmi sulla
cifra stanziata in quella occasione. Ed è legittimo
avanzare seri dubbi sull’efficacia di questa misura. In
Italia nascono molte imprese: i tassi di natalità sono
più o meno in linea con quelli degli altri paesi Ocse.
Il problema è che queste imprese, poi, non crescono. Per
rimuovere i vincoli alla crescita delle imprese
bisognerebbe fare tante cose, tra cui avere mercati
finanziari che funzionano meglio. E questa manovra si
muove nella direzione opposta. Spingerà molti italiani a
chiudere i depositi titoli e tenere ogni risparmio sul
conto corrente (una compensazione per le banche colpite
dall’inasprimento Irap?).
2011 2012
2013 2014
Maggiori entrate
1,8 4,3 7,0 6,6
di cui
imposta deposito
titoli 0,7 1,3
3,6 2,4
tasse sui giochi 0,4
0,5 0,5 0,5
IRAP su banche/assicurazioni
0 0,9 0,5 0,5
altre(1) 0,7 1,6
2,5 3,2
Minori spese -1,9
-4,1 10,9 18,8
di cui
sanità 0,0 0,0
2,5 5,0
altri trasferimenti
EELL(2) -0,4 -0,4 3,5
7,4
pensioni 0,0
0,6 1,1 1,1
pubblico Impiego
0,0 0,0 0,0 0,6
ministeri 0,1
1,7 4,4 6,0
altre (3) -1,6
-6,0 -0,7 -1,3
Delega fiscale (saldo netto)
0 0 2,2 14,7
TOTALE 0,0
0,1 20,1 40,1
(1) Finanziamenti società gruppo.
Ammortamento beni devolvibili, lotta ad evasione,
revisioni amm., etc.
(2) Al netto di dotazione fondo
trasporti
(3) Provvedimenti sviluppo,
riduzione fondo art.7 quinquies, pensioni ai superstiti,
riduzione finanziamento partiti
Un segno negativo su minori spese
significa che le spese aumentano
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