La Grecia annuncia un importante
piano di privatizzazioni. Tra l'altro, passerebbero ai
privati i porti, compreso quello del Pireo. Il debito
del paese dovrebbe così ridursi di circa il 17 per
cento. Ma per quanto meritevoli di per sé, riusciranno
le privatizzazioni a risolvere il problema della
solvibilità della Grecia? Per raggiungere questo
risultato, dovrebbero rendere gli enti privatizzati
molto più profittevoli rispetto alla gestione pubblica.
Ipotesi nella quale i mercati non sembrano credere,
almeno per ora.
Il ministro delle Finanze greco
Papacostantinou ha annunciato lunedì un piano la
creazione di un fondo sovrano, una sorta di
Treuhandanstalt, che realizzi l’ambizioso programma di
privatizzazioni concordato con l’Unione Europea e il
Fondo Monetario. (1)
Il piano prevede di incassare circa
50 miliardi entro il 2015: 15 dei quali entro il 2013,
ottenuti con la concessione ai privati della gestione
del porto del Pireo e la costruzione di un lussuoso
complesso turistico sulla costa ateniese, e i restanti
35 con concessioni di aeroporti, incluso quello di
Atene, porti, la vendita del pacchetto (30 per cento)
della compagnia telefonica Ote, la privatizzazione di
public utilities, complessi per il turismo, la parziale
privatizzazione della Banca Agricola della Grecia
(fonte: Ft)
L’Unione Europea, ha già approvato
un’estensione di tre anni (fino al 2021) del prestito
Efsf (European Financial Stability Facility) e Fmi, e
anche una riduzione di un punto del tasso di interesse
(fonte Ft). In cambio delle privatizzazioni, la Grecia
otterrebbe la possibilità di vendere i propri titoli di
stato allo stesso Efsf nel caso, molto probabile, non
riuscisse a collocarli sui mercati finanziari nel 2012.
Si tratta di un programma ambizioso, che permetterebbe
di ridurre il debito della Grecia, circa 300 miliardi,
di circa il 17 per cento. Per questo Olanda e Germania
paiono inflessibili nel richiedere le privatizzazioni.
Per quanto meritevoli di per sé, queste privatizzazioni
risolveranno il problema della solvibilità/illiquidità
della Grecia? Per farlo, dovrebbero rendere le entità
privatizzate molto più profittevoli rispetto alla
gestione pubblica, ipotesi nella quale i mercati non
sembrano, almeno per ora, credere.
FACCIAMO I CONTI
Consideriamo un semplice esempio
numerico. Supponiamo che la Grecia debba rimborsare,
inclusi gli interessi, un debito di €100 disponendo di
due fonti di entrate: la prima è il turismo, che
supponiamo certa, e che dà €74; la seconda, che
supponiamo incerta, deriva della privatizzazione dei
porti delle isole. Questa fonte genera entrate elevate,
€30, un terzo delle volte, ed entrate basse, €15, due
terzi delle volte. Il mercato dunque valuta che il
governo ricavi dai porti in media €20 (= 1/3 x 30 + 2/3
x 15), che sommate alle entrate turistiche, €74, fanno
€94 di risorse in totale, insufficienti a ripagare il
debito di €100. Dunque, il mercato si aspetta che la
Grecia non sia solvibile e i creditori non sono disposti
a farle nuovi prestiti. In quest’esempio il debito greco
è scambiato a 94 centesimi per euro.
LA PRIVATIZZAZIONE RIDUCE IL DEBITO
E LE ENTRATE
Supponiamo ora che il governo
privatizzi i porti. Se gli operatori privati hanno la
stessa efficienza del settore pubblico, la
privatizzazione fa incassare al governo €20. Poiché il
debito continua a essere scambiato a 94 centesimi, il
governo può comprare €21.28 (=20/0.94) del proprio
debito lasciandone in circolazione €78.72. (2) Ma poiché
il governo rinuncia allo stesso tempo a €20 di entrate,
la privatizzazione non rende solvibile la Grecia (che si
trova con un debito inferiore, €78.72, ma a fronte delle
sole entrate del turismo, €74).
Ovviamente, ridurre insieme i
debiti e le entrate non risolve il problema, salvo che
il valore di mercato delle attività privatizzate superi
il valore attuale delleentrate che il governo riesce a
ottenere da tali attività. Questo può avvenire - dopo
tutto, non c'è motivo di sospettare che il governogreco
sia particolarmente bravo a gestire i porti. Ma di
quanto dovrebbe essere più alto il valore dei porti
nelle mani dei privati per contribuire in modo
sostanziale alla situazionedel debito della Grecia? Per
garantire che la Grecia possa riottenere l'accesso ai
mercati finanziari, il settore privato
dovrebberealizzare un guadagnodi redditività
moltoconsistente, pari nell’esempio ad almeno il 35 per
cento. Si supponga chela gestione privata aumenti
laprobabilità di buon esito a 4/5 (e riduca quella di un
cattivo esito a 1/5), allora il governopotrebbe
raccogliere dalla privatizzazione € 27 (= 30 x 4/5 + 15
x 1/ 5). Poiché il debito greco sarebbe ora scambiato
alla pari, quest’operazione lascerebbe in circolazione
solo 73 €di debito,che ilgoverno potrebbe ripagare con i
soli proventi del turismo (€ 74).
L'esempio dimostra che le
privatizzazioni, anche se condotte su larga scala (circa
il 20 per cento del debito nel caso greco), potrebbero
risolvere il problema di solvibilità solo se
permettessero di ottenere un sostanziale aumento della
redditivitàdelle impreseprivatizzate (pari al 35% = 27 /
24 -1). Questo è un numero elevato anche rispetto alle
stime piùfavorevoli degli effetti positivi delle
privatizzazioni presenti nella letteratura scientifica.
(3) Inoltre, l'annuncio di un tale programma sarebbe
immediatamente riflesso in un aumento del prezzodel
debito sul mercato secondario, un fatto che purtroppo
non abbiamo(ancora) osservato per la Grecia.
(1) Treuhandanstalt è l’agenzia che
privatizzò le imprese della Germania Orientale dopo
l’unificazione.
(2) Infatti il nuovo prezzo del
debito, x, deve essere uguale al rapporto tra i
pagamenti attesi e lo stock di debito rimanente: x = 74
/(100 – 20/x) che dà come soluzione x=0.94 (oltre a x=0
).
(3) Si veda
William L. Megginson and Jeffry M. Netter, “From State
To Market: A Survey Of Empirical Studies On
Privatization”,Journal of Economic Literature (June
2001). |