“Due miliardi di persone sono collegati a Internet.
Circa ottomila miliardi di dollari si scambiano ogni
anno via e-commerce. In tutti i mercati sviluppati quasi
due terzi del business coinvolge Internet e un terzo
delle piccole e medie imprese usa intensivamente la
rete. Internet ha trasformato il nostro modo di vivere,
il nostro modo di lavorare, il modo in cui ci
incontriamo e socializziamo e lo stesso modo in cui i
Paesi si sviluppano e crescono. In due decadi Internet
si è trasformato da una rete per ricercatori e «smanettoni»
in una realtà quotidiana per miliardi di persone.”
Così comincia il rapporto che la McKinsey ha presentato
la settimana scorsa in occasione del primo e-G8: un G8
dedicato proprio alla rete delle reti.
Ho letto tutto il
rapporto (purtroppo ancora solo in inglese) e ve ne
parlo perché ancora troppo spesso vedo i nostri
decisori, i nostri top manager pubblici, i nostri
politici giudicare quella di Internet come una moda
passeggera, una roba da ragazzini di Facebook o di
patiti delle tecnologie. Vedo i nostri politici
sottovalutare l’enorme handicap che ha per il nostro
paese l’insufficiente infrastruttura di rete, la scarsa
cultura tecnica, l’accesso negato al credito per le
piccole imprese innovative. Purtroppo, come vedremo,
questo atteggiamento negazionista non ci aiuta e
l’Italia è messa molto male tra i 13 Paesi presi in
considerazione (gli 8 Paesi del G8 più India, Cina,
Brasile, Corea del Sud e Svezia) oscillando sui vari
indicatori dall’11° al 12° posto.
Ma torniamo al rapporto. La ricerca continua paragonando
la rivoluzione di Internet non tanto alla invenzione
della stampa di Gutenberg, quanto allo sviluppo e alla
distribuzione dell’energia elettrica. Come per
l’elettricità Internet ha cambiato il panorama delle
nostre città e ha avuto e sempre più ha un enorme potere
nel plasmare le economie.
Subito dopo si passa ad elencare i numeri: e sono numeri
di tutto rispetto, perché anche se ci aspettavamo un
impatto enorme, probabilmente li abbiamo tutti
sottostimati.
-
2
miliardi di utenti Internet nel mondo
-
3,4%
di PIL dipende da Internet nei Paesi più sviluppati
-
21%
è la crescita indotta da Internet nelle economie
mature
-
2,6
sono i posti di lavoro che si creano con la rete per
ogni posto che con essa viene perso
-
75%
dell’impatto di Internet nasce dalle industri
tradizionali
-
10%
di produttività per le piccole e medie imprese
dall’uso di Internet
-
2
volte di più è il tasso di crescita delle PMI che
usano pesantemente le tecnologie web
-
20
euro al mese di consumi ulteriori per gli utenti di
Interne
Continuando l’analisi dell’influenza di Internet sulla
crescita il rapporto esamina prima il lato dei
consumi e mette in luce, in sintesi, alcuni aspetti
chiave:
-
che Internet, seppure già grande, è in continua e
tumultuosa crescita ovunque e che è ancora
all’inizio delle sue potenzialità, con un peso sul
PIL molto variabile persino nei Paesi allo stesso
stadio di sviluppo
-
che Internet è un elemento chiave per la crescita:
nei 13 Paesi considerati, la crescita del PIL
dipende per il 7% da Internet nella media degli
ultimi 15 anni, ma dell’11% nella media degli ultimi
10. Valori questi che diventano rispettivamente del
10% e del 21% (!) per i Paesi ad economia matura
(G8);
-
che Internet è un potente catalizzatore per la
creazione di nuovi posti di lavoro, tema quanto mai
importante per l’Italia, e che ha un enorme impatto
anche sulla modernizzazione delle attività
economiche più tradizionali;
-
che l’impatto di Internet va oltre il PIL e produce
un impressionante surplus nei consumi.
Passando a esaminare il lato dell’offerta il rapporto
divide i tredici Paesi in sei gruppi a seconda della
loro maturità e solidità dell’ecosistema di Internet.
-
Stati Uniti:
sono ancora leader e assorbono il 30% del reddito
totale prodotto da Internet e il 40% del valore
prodotto
-
UK e Svezia
che stanno conquistando un ruolo sempre maggiore
aiutati da una forte performance dei loro operatori
di telecomunicazioni
-
India e Cina
che stanno rafforzando le loro posizioni con tassi
che per entrambi i Pesi superano il 20% di crescita
l’anno
-
Francia, Canada e Germania
che sono forti utilizzatori di Internet, anche se
possono ancora migliorare l’impatto che questo uso
può avere sulla loro offerta
-
Sud Corea
che sta rapidamente accelerando la sua influenza
nell’economia di Internet a tassi maggiori che non
il Giappone
-
Infine, e non ne siamo lieti, Brasile, Russia e
Italia che sono ad uno stadio ancora iniziale di
offerta di servizi Internet.
Solo un forte ecosistema di Internet può catturare il
massimo valore. Chi ci è riuscito, continua il rapporto,
ha puntato su tre elementi chiave, che sono anche un
pressante invito alla nostra politica:
-
Promuovere il capitale umano:
formazione, università, ricerca, attrazione di
talenti dall’estero sono le chiavi di volta. Non c’è
bisogno di commentare quanto l’Italia è indietro su
questo punto cruciale;
-
Rendere facile l’accesso al capitale finanziario:
venture capital; finanziamento alla ricerca e agli
start-up (vi consiglio l’articolo
della nostra newsletter di oggi dedicato ai business
angel);
-
Sviluppare l’infrastruttura:
che è la spina dorsale dell’intero ecosistema di
Internet e, dice il rapporto in modo chiarissimo,
costituisce un irrinunciabile prerequisito.
Il rapporto si chiude con tre raccomandazioni per poter
usare al meglio Internet come motore della crescita:
-
Per i decisori politici:
agite come catalizzatori in modo da liberare tutto
il potenziale di crescita di Internet. I Paesi che
hanno il massimo dell’investimento pubblico son
quelli che hanno anche il massimo dell’investimento
privato. Usate l’e-government come un potente driver
per stimolare sia la domanda, sia ancor più
l’offerta qualificata di Internet.
-
Per i vertici aziendali:
mettete Internet al top della vostra agenda
strategica. Non si tratta più di una scelta, ma
dell’unico modo di innovare il modello di business.
-
Per tutti gli stakeholders:
prendete parte al dialogo sociale che si sta
sviluppando attorno ad Internet a livello nazionale
e a livello internazionale. Tenete nella massima
considerazione alcuni elementi critici che possono
essere fattori decisivi nello sviluppo di Internet
quali: l’identità digitale, la proprietà
intellettuale, la neutralità della rete, la
disponibilità di talenti e di competenze, la salute
generale dell’economia.
Invitandovi a leggere tutte le 56 pagine del
rapporto chiudo con una classifica che più delle
parole indica quanto abbiamo ancora da fare e come da
11/12 su 13 Paesi tra brevissimo ci troveremo ultimi in
quella che si sta proponendo come la più importante
competizione mondiale:
A. Indicatori relativi all’ecosistema di Internet
(offerta)
|
Rilevanza |
Performance |
Crescita |
Preparazione al futuro |
Indice
globale |
Stati
Uniti |
100 |
58 |
22 |
50 |
58 |
Svezia |
3 |
69 |
9 |
87 |
42 |
UK |
17 |
79 |
32 |
27 |
39 |
India |
5 |
32 |
100 |
0 |
34 |
Giappone |
47 |
30 |
8 |
51 |
34 |
Cina |
19 |
32 |
81 |
1 |
33 |
Corea
del Sud |
12 |
43 |
35 |
31 |
30 |
Francia |
14 |
45 |
25 |
23 |
27 |
Germania |
16 |
30 |
23 |
31 |
25 |
Canada |
5 |
45 |
9 |
27 |
22 |
Italia |
7 |
41 |
19 |
8 |
19 |
Russia |
2 |
40 |
|
|
14 |
Brasile |
4 |
6 |
42 |
1 |
13 |
-
L’indice di rilevanza misura il contributo totale
del Paese all’ecosistema Internet
-
L’indice di Performance misura la capacità del Pese
di trarre profitto dall’ecosistema Internet
-
L’indice di crescita misura appunto il tasso di
crescita rapportato agli altri Paesi
-
L’indice di preparazione per il futuro misura quanto
il Paese è preparato al futuro (ad es. spese per
ricerca e sviluppo nel settore Internet,
Pubblicazioni scientifiche procapite; numero di
brevetti in campo Internet, ecc.)
|