Il governatore della Banca d'Italia attribuisce alla
lunghezza dei processi civili la perdita di un punto di
Pil per l'economia italiana. Una giustizia lenta rende
più difficoltoso ottenere il credito bancario e deprime
il livello degli investimenti. Ma soprattutto spinge
sistema economico e imprese ad adottare comportamenti,
scelte, strutture aziendali volti a minimizzare il
rischio di incorrere in giudizio. E il risultato è una
forte perdita di competitività. Il compenso a forfait
per gli avvocati è il modo più neutro ed efficace di
premiare i comportamenti corretti.
In questi giorni il problema del peso dell'inefficienza
della giustizia civile sulla crescita
dell'economia italiana si è riproposto con forza in sede
istituzionale, sia nazionale che sovranazionale. Il
governatore della Banca d'Italia nelle sue
Considerazioni finali ha attribuito alla lunghezza dei
processi civili la perdita di un punto di Pil per la
nostra economia. Pochi giorni dopo la Commissione
Europea e il Consiglio nel
formulare le raccomandazioni per l'Italia in
adempimento della Strategia Europa 2020 hanno asserito
che "La lunghezza delle procedure nell'esecuzione dei
contratti rappresenta un ulteriore punto debole del
contesto imprenditoriale italiano. (....) Si raccomanda
di (...) introdurre misure per aprire il settore dei
servizi a un'ulteriore concorrenza, in particolare
nell'ambito dei servizi professionali (...) e ridurre la
durata delle procedure di applicazione del diritto
contrattuale".
L'Italia segna il passo rispetto agli altri paesi
avanzati si dal punto di vista dei tempi, sia, sebbene
in misura largamente inferiore, da quello dei costi
privati di accesso alla giustizia civile (Figura 1).
Figura 1
UNA QUESTIONE CRUCIALE
Se dal punto di vista istituzionale la rilevanza del
problema appare chiara, lo stesso non accade nel
dibattito sui media e presso l'opinione pubblica. Sulle
colonne del Corriere della Sera si sono succeduti alcuni
commenti nell'ambito di un dibattito sollevato
dall'articolo di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi
sulla rilevanza della crisi della nostra giustizia
civile nel frenare la ripresa economica del
sistema Italia (del 5 giugno scorso). I commenti hanno
lasciato ancora aperti interrogativi importanti: è vero
che i tempi biblici dei nostri processi civili giocano
un ruolo determinante in questa preoccupante
performance? È vero che le aziende non crescono e non
innovano per via di un problema che nella coscienza
comune sembra interessare più il vivere civile che le
scelte d'impresa?
È noto non solo a chi conosce la letteratura economica,
ma anche a un più largo pubblico, per i frequenti report
della Banca Mondiale ripresi largamente dai media, che
una giustizia lenta rende più difficoltoso ottenere il
credito bancario e deprime il livello degli
investimenti (come evidenziano le figure 2 e 3 riprese
dai rapporti Doing Business della Banca Mondiale.
Figura 2
- Relazione tra tempi dell'enforcement dei contratti
(tempi della giustizia civile) e disponibilità del
credito.
Fonte: Banca Mondiale, Doing Business in 2006, in
www.doingbusiness.org.
Figura 3
- Relazione tra giorni necessari e ottenere
l'enforcement (tempi della giustizia civile)e
investimenti.
Fonte: Banca Mondiale, Doing Business in 2005, in
www.doingbusiness.org.
Ma questa non è che la punta dell'iceberg.
Sistema economico e imprese hanno reagito a questa
profonda inefficienza, tutta italiana, attraverso
l'alterazione di comportamenti, scelte, strutture
aziendali volti a minimizzare il rischio di incorrere in
giudizio.
Il processo civile non interessa soltanto il "funerale"
di un contratto, ma anche il modo in cui è inizialmente
concepito: una giustizia inefficiente compromette il
potere di minaccia necessario alla regolarità delle
transazioni e induce le imprese a preferire partner
commerciali che offrono prodotti a prezzi più elevati,
contro maggiori garanzie di adempimento. Gli effetti sul
sistema economico sono vari: la riduzione della natalità
delle imprese, un generale rigido sistema di fedeltà di
partnership nei rapporti commerciali, il prevalere di
forme o di aggregazioni d'impresa - quali le imprese
familiari o i distretti industriali - in cui i contratti
sono resi sicuri da forme di sanzione alternative alla
giustizia civile. Poiché le scelte non sono soltanto
orientate da criteri di efficienza economica, ma anche
dalla necessità di evitare le conseguenze di una
disfunzione del sistema, il risultato complessivo è
quello di una forte perdita di competitività del
sistema Italia.
DOVE TROVARE LA SOLUZIONE
Che la questione sia cruciale perciò, non appare esserci
dubbio.
I rimedi proposti nel dibattito sono efficaci?
Del dissesto della nostra giustizia civile non vi è uno
specifico colpevole: non sono gli avvocati, non sono i
magistrati. Al risultato concorrono tutti, anche gli
utenti del servizio quando ne abusano ricorrendo in
giudizio non per risolvere una questione giuridica
incerta, ma per spuntare una dilazione di pagamento o
una transazione favorevole.
La radice del problema, e la sua soluzione, sta nel
complesso di incentivi di comportamento distorti
attualmente prodotto dall'insieme delle regole che
ruotano intorno al processo.
Le vie da percorrere dipendono da una scelta
fondamentale: vogliamo mantenere l'ampio livello di
garanzie che attualmente il nostro sistema offre a chi
va in giudizio?
Se siamo disposti a ridurle - con tutto quello che ne
consegue - allora la chiave di volta su cui incidere con
incentivi, policy e così via sono i magistrati,
che divengono veri dominus del processo.
Se invece no, se le vogliamo conservare, allora sono gli
avvocati la chiave di volta su cui operare.
Perché loro hanno gli strumenti più efficaci per
filtrare le richieste delle parti e far sì che delle
garanzie si faccia uso e non abuso.
E, per fare questo, introdurre una formula di
compenso a forfait è il modo più neutro ed
efficace di premiare i comportamenti che vanno nella
direzione giusta. Oggi se un avvocato usa in modo
misurato le garanzie offerte al cliente, alleggerisce il
fascicolo e porta a casa una rapida vittoria, viene
pagato di meno e lo stesso accade se raggiunge una
rapida transazione.
L'efficacia dello strumento è testimoniata non soltanto
dal caso della Germania, ma anche da quella parte dei
processi italiani del lavoro in cui l'assistenza legale
è offerta dal sindacato, che, per prassi, ha accordi con
l'assistito di tipo forfettario.
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