Se mai si potrà proporre di
assegnare un Oscar a una sentenza Cassazione, sez. III,
3 maggio 2011, n. 9700 meriterebbe senz’altro di vedersi
proposta per l’assegnazione.
Ciò non senza motivo perché la
decisione in oggetto ha dovuto superare- opiniamo- i
mille ostacoli insiti nella mentalità di un paese ove ha
imperato una Chiesa che nell’epoca della Controriforma
non ha esitato condannare sudditi o, comunque , credenti
soggetti a prestare fede, a mille dogmi , alcuni dei
quali vicini all’ assurdo.
Una chiesa che ha condannato a
morte un religioso perché contestava le sue atrocità, i
suoi vizi, i suoi peccati e che sarebbe stato un santo
da venerare – quale ad esempio Gerolamo da Savonarola-
ha difeso quello che riteneva il diritto alla vita nelle
forme più strane con accanimento che dovrebbe indurre
meraviglia .
Tali credenze hanno creato il mito
dell’indisponibilità della vita da parte dell’uomo con
deformazioni di pensiero che hanno creato l’idea della
vita come milizia o valle di lacrime e tutto ciò, però,
con un terrore della morte tale da creare sofferenze
e turbe negli esseri umani.
Il terrore della vita eterna
nella religione cristiana ed islamica ha solo
ingigantito le turbe create ab initio dalla religione
ebraica ma quest’ultima aveva , piuttosto, il terrore
di Jahve’ visto che il dogma per così dire della vita
eterna è stato statuito solo nel tredicesimo secolo
dell’ era volgare da Mose’ Maimonide molto freddamente
e senza troppo seguito nei credenti di cui molti si
sono limitati a credere a un intervento divino sulle
cose umane come quello su Giobbe arricchito e
impoverito da Geova. In questa mentalità s’è ritenuto di
dover accettare la vita ad ogni costo e, peggio ancora,
s’è ritenuto di dover accettare qualsiasi vita anche se
foriera, solo, di mille sofferenze piuttosto che come
dono, come condanna.
Il problema di diritto affrontato è
il seguente: Il concepito, per colpa del medico, nato
con grave handicap o disagio fisico psichico può
agire in giudizio a fini risarcitori per il danno
derivante da dover sopportare la vita?
Precedenti nella Massima Cass
10741/2009- Cass 14488/2004 e 11503/2003 tutte della
III civile che negavano l’ esposto diritto al nato pur
riconoscendo al padre il risarcimento che, in un primo
tempo si riconosceva alla sola madre .
La questione è di tutto rispetto e
sottolinea il diritto all’ autoderminazione in materia
di procreazione;In Itali a poteva essere riconosciuto
dopo la legge 22/051978 nr 194 che disciplina
l’interruzione volontaria della gravidanza, legge
anch’ essa nata troppo tardi e cio’ per i motivi
dianzi esposti per l ’intervento ripetiamo della
dottrina cristiana, ma gia’ i Romani erano arrivati ad
affermare in un bello e nitido latino “ conceptus pro
iam nato habetur quotiens de eius commodis agatur”.
Le questioni morali disseminate
dalle religioni hanno creato forti contrasti.
La sentenza in esame
,perfettamente laica, semmai ve ne sia una, apre una
porta riconoscendo finalmente il diritto al nato di
dolersi di essere stato immesso nella vita malformato
condannato a soffrire senza colpa. E perche’ Poi? Per
stabilire cosa?
Che la vita e’ sacra e che il
fanatismo non conosce limiti?
Dopo Auschwitz molti ebrei hanno
affermato che non si puo’ parlare di Dio che ha
tollerato le atrocità dei campi di sterminio e se ha
tollerato tanto potendo evitarle se non poteva
evitarle che Dio era?
L’umanità che nel medico va
preteso avrebbe dovuto suggerire di negare la vita a
chi di essa avrebbe sofferto; quale Dio poteva dolersi
di cio’? Quel Dio che aveva tollerato Auschwitz?
Qualsiasi religione, poi, avrebbe
dovuto meditare se fosse o meno giusta la condanna a
vivere, atrocità che poteva essere concepita se
sipotesse ipotizzare un Dio che . magari per condannare
i genitori pretendesse dai suoi credenti il rifiuto a
liberare un essere nascente da una sofferenza che non
aveva meritato.
Ma Che Dio sarebbe?!
Siamo tra gli ultimi in Europa a
essere pervenuti a quanto in sentenza .
Non possiamo, però, mancare di
porre attenzione alla possibilità di sviluppo dei
concetti base della sentenza, possibilità che ha frenato
molti medici dal fare
E molti giudici dal giudicare
dannoso e censurabile l’aver preteso di vedere la
volontà ‘ di Dio in una condanna atroce. Di seguito a
ciò prenderà strada il ritener e giusta l’assistenza al
suicidio che ormai si pratica legittimamente in tutta
Europa ma ciò era e d è nelle cose e nella evoluzione
delle coscienze che ormai non dovrebbero tollerare
episodi di condanne a vivere.
L’episodio di Eluana Englaro non
deve ripetersi più.
Il nostro legislatore ha cancellato
d alla Costituzione Repubblicana la possibilità di
prevedere la pena di morte nel diritto penale militare
di guerra, pena di cui si imponeva la previsione nelle
situazioni belliche.
Basti pensare a un tradimento del
soldato che crei una morte di una brigata, di un
reparto, di migliaia di persone( Non è impossibile).
Che pena gli diamo?Anche la
condanna all’ ergastolo fa ridere considerato che se
l’imputato di ciò provocherà la sconfitta del suo
esercito egli sarà considerato un eroe dai nemici e
centinaia se non migliaia di persone sono rimaste
uccise.
Per imitazione, per debolezza, per
leggerezza ci siamo privati di una difesa forte del
nostro esercito, dei nostri soldati.
Eppure ciò e’ stato ritenuto fonte
di civiltà.
A morte non vogliamo condannare
nessuno(Dobbiamo ritenere)
Perché allora condannare a vivere?
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