Interessante ed
intrigante questo libro di Elio Rossi (pseudonimo), che
è già in libreria da alcuni giorni. “I professionisti
del potere” edizioni Chiarelettere racconta come e dove
si muovono quelli che fanno girare la finanza e
controllano l’informazione, decidendo le sorti del paese
prescidendo dai colori dei governi. A proposito di ciò
l’autore dice: ” Voglio scrivere delle offese e del
ghigno che compare sul volto di coloro che offendono e
per farlo, voglio stringere un patto con i miei lettori:
io non vi dico quale mestiere faccio, ma in cambio vi
dico tutto quello che vedo. Vi svelo tutto quello che è
capitato e tutto quello che capita davanti ai miei
occhi, in diretta, con l’obiettivo di dire ciò che a me
pare sia la verità. Il mio unico scopo, raccontare cosa
sta accadendo, voglio raggiungerlo impegnandomi a fare
in modo che la mia verità sia conosciuta e compresa dal
più gran numero di persone”.
Tante le risposte che
l’autore riesce a dare nel suo libro avendo visto con i
suoi occhi durante i vent’anni che ha lavorato nelle
redazioni dei giornali e negli uffici dei potenti, che
gli ha permesso di raccontare i retroscena che ognumo di
noi si chiede sull’influenza dei potenti sulla finanza e
sull’informazione.
Così vengono descritte
“Le piramidi societarie sono applicate nel 45 per cento
dei casi delle imprese italiane, mentre in
Germania, Francia Spagna e Regno Unito sono,
rispettivamente, 15 per cento, 25 per cento, 20 per
cento e 0 per cento (zero!).” Così come “le ottantotto
fondazioni bancarie italiane non hanno alcun obbligo di
trasparenza, né devono pubblicare i loro bilanci o
rivelare l’identità dei finanziatori o dei soggetti a
cui elargiscono contributi, o di quelli che ne guidano
scelte e strategie.”
Non vengono neppure
risparmiate dichiarazioni che fanno paura, come: “Ho
visto professionisti del potere sedere nei consigli di
amministrazione di banche che hanno concesso crediti
alle aziende di cui sono azionisti, ho visto le loro
aziende acquistare azioni delle banche che li hanno
finanziati, ho visto banchieri che fanno gli editori,
industriali che fanno i ministri, ministri che affidano
appalti alle loro aziende, notai e avvocati che votano
in Parlamento leggi che riguardano i loro albi
professionali, giornali impegnati in campagne di stampa
a sostegno dei progetti delle società che li
controllano, altri che sferrano attacchi ai loro
concorrenti controllati da aziende avversarie.”
L’autore confessa: “Io
stesso, in alcuni passaggi della mia vita professionale,
ho fatto parte di coloro che si sono piegati, perché non
sono un eroe né un cocciuto. I cocciuti e gli eroi sono
come granelli di sabbia nell’ingranaggio, e quindi
vengono rimossi o emarginati, e i loro tentativi di
opporsi spesso finiscono per essere velleitari. La
macchina è potente e ben oliata, e stritola senza il
minimo sforzo chiunque tenti di fermarne gli ingranaggi.Con
questo meccanismo, i professionisti del potere si
garantiscono la permanenza al vertice del sistema e
fanno in modo che il popolo non abbia gli trumenti per
cacciarli quando sbagliano.”
Concludendo il libro
ci spiega come “In Italia non esiste il quarto potere:
non esiste cioè un’informazione in grado di accendere un
faro impietoso sull’intero gruppo al comando.
Dappertutto vedo servi felici: uomini e donne che vivono
contenti dei privilegi ottenuti servendo i potenti che
comandano l’Italia. Sono servi perché hanno barattato la
libertà in cambio di privilegi, e sono felici perché non
si rendono conto di ciò che hanno sacrificato.”
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