Roma è la madre dello scandalo.
Questa meravigliosa città esemplifica la povertà causata
dal cinismo della malagiustizia. Alcuni cittadini della
capitale (molti, in verità) hanno perso la dignità, per
volere di quella parte del sistema giudiziario che non
vuole svincolarsi da un modus operandi che emargina
sempre gli onesti incappati nelle maglie del Diritto di
Famiglia “estremamente” interpretato.
Sono andato a visitare i luoghi
dormitorio sotto il raccordo anulare, e ho trovato
disperazione e tanta povertà. Ho visto uomini alla mercè
di altri uomini. Ho visto uomini feriti nell'animo. Ho
visto uomini persi nel nulla, soli, senza famiglia
d'origine e senza figli, portati via da un sistema
malato e sordo ai richiami. Ho visto uomini senza amore,
rassegnati al loro destino indotto da istituzioni
indifferenti. C'era tanta disperazione nelle loro parole
e lunghi silenzi. Non c'era odio per “quelli” che li
hanno ridotti a relitti della società, ma c'era tanta
preoccupazione per i figli che non vedono crescere e
giocare. In quei luoghi sporchi e al buio c'era solo il
rumore assordante delle auto poi, per il resto, tanta
emarginazione.
La gente sembra indifferente ma la
gente non sa che quegli uomini sono ridotti a rifiuto
della società da qualche Tribunale. Se il popolo
sapesse, avrebbe un gesto di stizza nei riguardi di
quelle istituzioni che rendono i loro simili eguali ai
randagi. Combattiamo la fame nel mondo, si aprono
processi contro i mercanti di uomini....ma è solo
ipocrisia, nel momento in cui rendiamo nostri cittadini
poveri fra i poveri, oltraggiati nella dignità e resi
vulnerabili da una giustizia dal fare sbrigativo,
lontana dalla realtà.
Anche Milano, Palermo, Napoli e
tante altre città hanno i loro “papà poveri”, resi tali
da un modo d' interpretare il Diritto di Famiglia con
estrema sufficienza. Ho visitato altre città per
rendermi conto dell'abisso cui molti esseri umani
versano a causa, per conto e in nome di una giustizia
divoratrice di amore e dignità. E' da ritenere, senza
indugio, il Diritto di Famiglia come quel codice dove
l'espressione della inciviltà di un popolo si può
misurare. E' senza dubbio un recipiente incapace di
selezionare le tipologie di affluenti.
Vi chiedete il motivo? Sta tutto
nella possibilità degli operatori del diritto di
riversarci qualunque emozione, opinione o esperienza di
vita personale. Un dato per tutti. Il solo fatto di non
controllare le dichiarazioni dei testimoni la dice lunga
circa l'abbuffata di false testimonianze cui è
costellato un procedimento giudiziale. Solo gli
sprovveduti credono che il Giudice può essere in grado
di capire -senza verificare- la valanga di informazioni
rese dai testimoni. Per quanto bravo, esperto e attento
può essere un Consigliere, non è pensabile che dal suo
“odorato” non scappi niente. Quante e quante volte,
all'uscita dal Tribunale, si sente dire: “ho vinto,
ancora non hai visto niente, vedi come ha creduto il
Giudice alle fesserie dette dal mio testimone....”.
Un paragone calzante. Chi si
farebbe curare da un medico che fa diagnosi a naso senza
verificare se l'ipotesi diagnostica è corretta? Nessuno,
proprio nessuno, neppure i Giudici. Eppure gli utenti
sono costretti a fidarsi del fiuto di un magistrato
senza nessuna verifica circa le deposizioni di un
testimone. Che palese enormità. Ho visto ingurgitare
dichiarazioni palesamente false per chi conosceva
realmente i fatti e le storie personali dei separandi.
Torniamo all'argomento primo di
questo mio scritto. Fino a qualche decennio addietro era
possibile fare la doccia dai barbieri. Oggi questo
servizio sta per tornare in auge in quanto i “papà
poveri del sistema giudiziario” ne hanno la necessità.
Non è tutto. Ho visto i “papà poveri del sistema
giudiziario” lavarsi alle pompe di benzina. Sono dei
clochard? Sono i poveri con due lauree che occupano
posti di responsabilità nella società. Sono i clochard
del Diritto di Famiglia “interpretato”. Sono la vergogna
di un Paese che si definisce civile. Sono la vergogna
della malagiustizia. Il nostro è un Paese che s'indigna
per gli atti di violenza, che soccorre i bisognosi, che
esibisce slogan contro il razzismo, che ha la protezione
civile migliore al mondo per poi produrre gratuitamente
nuovi poveri ed emarginati.
Ma ciò non è colpa del popolo,
bensì di quella parte della giustizia che ha imparato a
chiudere gli occhi e a voltarsi verso la luna. Per non
parlare dei media, che trattano l'argomento con
commiserazione anziché elaborare programmi di denunzia
sociale. Vi racconto l'ultima. Qualche anno addietro al
Tribunale di Palermo un Giudice ebbe a dire ad un utente
che non poteva pagare il mantenimento in quanto
disoccupato “cronico”: “lei è disoccupato ma non fa
neanche una cavigghia? (cavigghia= lavoretto manuale
riferito all'edilizia). Rispose onestamente il
malcapitato: “si faccio qualche “cavigghia” una o due
volte al mese per qualche decina di euro”. Riprese il
Giudice: “allora può tranquillamente pagare 100 euro al
mese per il mantenimento”. Orbene, a Palermo pagano
anche coloro che dichiarano la “cavigghia”. A Palermo
pagano anche i poveri fra i poveri. A Palermo l'onestà
dell'utente non ha pagato, poteva tranquillamente
starsene zitto come ebbe a commentare il suo avvocato.
Anche dinanzi a pochi spiccioli
l'apparato dello Stato si avventa con cieca avidità. |