PREMESSA
Facendo seguito a precedente contributo in cui è stato
illustrato il nesso tra l’esenzione da responsabilità
amministrativa d’impresa e l’adozione di specifici
modelli organizzativi si affronta qui il tema dell’SGSL
utile anche ai fini della riduzione del premio Inail
resa più appetibile a oggi dal DM del 3. 12.2010 di
riscrittura a tariffa vigente dell’art. 24 del DM.12.12.2000.
Un SGSL è un sistema per il quale la tutela della salute
e della sicurezza dei lavoratori e di terzi
eventualmente presenti viene realizzata mediante
l’adozione di uno schema organizzativo e procedurale
organico, ben strutturato e specifico per ciascuna
realtà aziendale. È uno strumento volontario (l’obbligo
riguarda solo gli impianti a rischio di incidente
rilevante) ed è parte integrante della gestione
aziendale. Un sistema di gestione della sicurezza sul
lavoro correttamente implementato deve garantire:la
riduzione dei costi derivanti da
incidenti,
infortuni e
malattie
correlate al lavoro attraverso la minimizzazione dei
rischi a cui possono essere esposti i dipendenti e in
genere tutte le persone che possono ruotare attorno all'azienda
(clienti, fornitori, etc.);l'aumento dell'efficienza
dell'impresa;il
miglioramento dei livelli di salute e
sicurezza sul lavoro;la
massima facilità nel poter produrre tutta la
documentazione richiesta dalle nuove norme
L’ANDAMENTO INFORTUNISTICO
Sul
sito dell’Inail si legge : Nel2010 gli infortuni sul
lavoro hanno registrato un calo dell`1,9% mentre gli
incidenti mortali sono scesi del 6,9% (oscillando da
1.053 a 980)..Gli infortuni, spiega l`Inail, sono
passati da 790.000 casi del 2009 ai 775.000 eventi dello
scorso anno. Analizzando i numeri diffusi dall`Istituto
assicuratore, affiorano differenze di un certo rilievo
nell`andamento infortunistico per i diversi rami di
attività: la flessione è lievemente più pronunciata
nell`industria (-6,1%), dove prosegue la consistente
perdita di posti di lavoro (-2,9% di occupati in
confronto al 2009), che nell`agricoltura (-4,9%),
peraltro in leggera espansione occupazionale (+0,7%).
Positivo anche il dato relativo al settore costruzioni,
che riscontra un decremento degli infortuni pari al
7,3%, senza essere stato particolarmente penalizzato
sotto`il profilo dell`occupazione (-0,1 %) rispetto
all`anno precedente. Un aumento contenuto (+1,3%) si
osserva, poi, nelle attività dei servizi, a fronte di un
andamento occupazionale appena crescente (+0,4%). Quanto
ai casi mortali, la diminuzione nei servizi è inferiore
in confronto agli altri i rami di attività (-4,1% da 438
a 420), mentre invece è ancora abbastanza rilevante
nell`industria (-8,6% da 487a 445) e, segnatamente,
nelle costruzioni (-10,5%, da 229 a 205). Estremamente
significativo in termini percentuali appare il
ridimensionamento dei decessi sul lavoro in agricoltura
(-10,2%, da 128 a 115). il dato sugli eventi fatali,
sottolinea l`Inail, "è comunque inaccettabile; Tuttavia
per la prima volta dal dopoguerra, si scende sotto la
soglia dei mille morti l`anno": Dal punto di vista
territoriale, la caduta rilevata è pressoché
generalizzata, ma il Mezzogiorno, che più ha sofferto
per la crisi occupazionale (-1,6% contro -0,4% del
Nord.e un percettibile miglioramento del dato al
Centro), fa osservare una contrazione del3,2% per gli
infortuni in totale, a fronte di una riduzione dell`1,8
per cento del Centro e à dell`1,5% del Nord Al Centro il
calo dei casi mortali (pari all`11,8per cento, da 221 a
195) è molto importante, ma il termine di paragone è un
2009 che aveva segnato, nella stessa area, una
pericolosa recrudescenza del gravissimo fenomeno. In
generale, si consolida il trend favorevole
dell`andamento infortunistico avviato già da molti anni,
con un`ulteriore flessione i rispetto a12009, a sua
volta anno di discesa record in confronto al 2008 (-10
per cento). In tale occasione si attribuì parte della
buona performance positiva al trend negativo
dell`economia nazionale (e interla crisi occupazionale,
il massiccio ricorso a cassa integrazione ed il blocco
degli straordinari, incidevano sensibilmente sulla
presenza e sull`esposi zione al rischio d`infortunio dei
lavoratori sui luoghi di lavoro. In tal senso si
evidenzia, per il 2010, l`influenza di una congiuntura
economica meno sfavorevole, espressa sinteticamente dal
depauperamento occupazionale stimato dall`Istat
globalmente pari a -0,6per cento rispetto al 2009 (-1,6
per cento nel 2009 in confronto al 2008
Gli
infortuni dunque calano ma il livello di attenzione
resta alto e con esso l’esigenza di attuare idonee
misure di prevenzione che rendano i luoghi di lavoro
sicuri.
L’INCREMENTO DELLE MALATTIE PROFESSIONALI
E' un
aumento percentuale a due cifre - l'11% in più nel corso
dell'ultimo biennio - quello registrato dall'andamento
delle malattie professionali in Italia. Nel 2008 le
denunce pervenute all'INAIL hanno raggiunto quota
29.704: mille in più rispetto al 2007 (+3,2%), anno che
aveva già registrato a sua volta un incremento di ben
2mila casi sull'anno precedente (+7,4%). A fronte,
dunque, di una flessione ormai consolidata dei casi
mortali, le patologie professionali nel nostro Paese
procedono in controtendenza: un dato - si sottolinea nel
Rapporto Annuale 2008 dell'INAIL - che non va
genericamente imputato a un peggioramento delle
condizioni di salubrità negli ambienti di lavoro;
piuttosto all'emersione del fenomeno e alla maggiore
sensibilità verso un problema in precedenza spesso
sottovalutato.
Le
patologie più diffuse.
Entrando nello specifico delle cifre, la quasi totalità
dei casi denunciati (il 93%, pari a 27.539 domande)
riguarda il settore dell'industria e dei servizi; i casi
restanti si dividono, invece, in 1.817 domande relative
al comparto agricolo e 348 tra i dipendenti del conto
Stato. La sordità si conferma la malattia professionale
più diffusa (5.700 casi, il 20% sul totale nel 2008),
pur con un'incidenza che diminuisce progressivamente.
Tra le patologie emergenti si segnalano, in particolare,
quelle che colpiscono l'apparato muscolo-scheletrico: le
denunce per tendiniti (oltre 4mila) e le affezioni dei
dischi invertebrali (circa 3.800) sono, infatti, più che
raddoppiate nell'ultimo lustro. Numericamente rilevanti
sono anche le denunce per artrosi (circa 1.900 casi) e
per sindrome del tunnel carpale (circa 1.500).
Particolare importanza, inoltre, stanno assumendo i
disturbi psichici lavoro-correlati (nell'ultimo
quinquennio hanno toccato i circa 500 casi l'anno, in
larga parte individuati come "mobbing"). Un fenomeno a
sé è rappresentato, infine, dall'asbestosi (600 casi):
una patologia drammatica e particolarmente sfuggente che
- come verrà specificato successivamente - presenta
periodi di latenza di anche quaranta anni (secondo le
stime il picco di manifestazione sarà raggiunto intorno
al 2025).
Tanti gli
indennizzi per menomazioni permanenti.
Una
differenza sostanziale (quanto naturale)
contraddistingue gli infortuni sul lavoro dalle malattie
professionali: se gli indennizzi, per i primi,
riguardano essenzialmente inabilità temporanee (95% sul
totale), per le seconde, invece, sono relativi a
menomazioni permanenti (80%). Questa peculiarità è
dovuta alla natura stressa dei due eventi lesivi: un
infortunio, infatti, è accidentale e traumatico (ma ha
maggiori possibilità di guarigione), una patologia è più
insidiosa e, la maggior parte delle volte, gravemente
minante per il fisico. Non a caso l'incidenza dei casi
mortali sul complesso degli indennizzati è molto più
elevata tra i tecnopatici che non tra gli infortunati:
al punto da fare ritenere che siano le malattie, più che
gli incidenti di per sé (come già detto, ormai
stabilmente in calo negli anni), la reale "piaga
sociale" che affligge il mondo del lavoro.
I tumori:
un nemico subdolo e difficilmente quantificabile.
Citando il Rapporto Annuale del 2008 dell'INAIL: "Una
valutazione realistica dei casi mortali da malattia
professionale richiede necessariamente una visione
prospettica di lungo periodo in considerazione del fatto
che, ad esempio, i 280 decessi relativi al 2008,
risultanti alla data di rilevazione del 30 aprile 2009,
sono destinati inevitabilmente ad aumentare. E questo
non solo per effetto di casi ancora in corso di
definizione, ma anche e soprattutto in considerazione
delle caratteristiche di latenza di alcune patologie,
che possono portare alla morte anche dopo molti anni
dall'esposizione al rischio, dalla contrazione o dalla
manifestazione della patologia".
Analizzando
i decessi per malattie professionale, i
tumori rappresentano complessivamente, in media, circa
il 90% delle malattie professionali letali indennizzate
dall'INAIL e addebitabili per lo più alla causa
"storica": l'asbesto. Con circa 2mila denunce nel 2008
quello dei tumori è, dunque, un fenomeno in crescita e
non ancora pienamente rappresentato dai numeri, al punto
da fare ritenere possibile una obiettiva quantificazione
della loro dimensione reale soltanto tra alcuni decenni.
Al di là di questa precisazione metodologica, attraverso
appropriate tecniche di previsione statistica si è
stimato che allo stato attuale "la generazione completa"
di morti per patologie professionali denunciate nel 2008
si aggirerà intorno alle mille unità.
Il capitolo
delle malattie professionali è un capitolo importante
che non può essere assolutamente sottovalutato e che si
complica se si considera il lasso temporale che
intercorre tra il determinarsi della causa ed il
generarsi dell’effetto. Sotto lo specifico profilo
dell’adozione di misure di prevenzione esige , dunque,
specifica attenzione.
LA
RIDUZIONE DEGLI INDICI DI FREQUENZA DEGLI INFORTUNI
Un
nesso sicuramente importante esiste tra la crescita del
tasso di innovazione tecnologica dei processi produttivi
e la riduzione degli indici di frequenza degli
infortuni. L’innovazione tecnologica dei processi
produttivi, favorisce un trend infortunistico in
diminuzione. Ma l’innovazione tecnologica non basta da
sola a garantire l’abbattimento dell’indice
infortunistico. Per contribuire all’abbattimento di
detto indice vanno introdotti sistemi organizzativi e
gestionali, sgsl per l’appunto, capaci di creare un
nesso tra investimenti in tecnologie e complessiva
organizzazione aziendale. L’elevato costo sociale degli
infortuni è noto ed è un costo che si riversa in primis
sulle stesse organizzazioni produttive e non è solo un
costo assicurativo. Sono per lo più costi indiretti di
cui , a volte, si rischia di non avere immediata
contezza. L’adozione di un SGSL favorendo la riduzione
del fenomeno infortunistico favorisce per lo specifico
aspetto il complessivo business aziendale. Una recente
ricerca condotta dall’INAIL ha evidenziato che
l’andamento infortunistico nelle aziende che adottano un
SGSL presenta una riduzione del:15,4% nell’indice di
frequenza (If) 22% nell’indice di gravità (Ig) rispetto
alle aziende che non adottano tale sistema
BREVE
STORIA DEGLI SGSL
L’origine va
cercata certamente nei sistemi di gestione della qualità
oltre che nei sistemi di gestione ambientale. Un Sistema
di Gestione della Qualità è l’insieme di tutte le
attività collegate e interdipendenti che influenzano la
qualità di un prodotto o di un servizio. Il Sistema di
Gestione della Qualità è l'elemento basilare da cui
partire per aumentare i livelli qualitativi all'interno
delle organizzazioni.
Il
Sistema di gestione della qualità è costituito da:
- una
struttura organizzativa - i processi - le responsabilità
- le procedure - le risorse - persone che sanno cosa
fare - persone che sanno come farlo - persone che hanno
i mezzi per farlo - persone motivate a farlo perché
hanno un obiettivo comune
Il modello
di gestione della Qualità proposto dalle norme ISO 9000
pone tra i suoi obiettivi la prevenzione e il
miglioramento continuo attraverso la riorganizzazione
delle procedure, del sistema organizzativo aziendale,
delle responsabilità e delle risorse, e attraverso
verifiche, azioni correttive, revisioni e riesami.
Questi obiettivi, come anche, ad esempio, le modalità
del loro raggiungimento tramite analisi preliminari,
valutazioni, definizione di politiche, risultano comuni
alla gestione di altre variabili strategiche per lo
sviluppo di un'organizzazione, quali l'Ambiente e la
Sicurezza. Ciò è vero soprattutto quando si considerino
come modelli di riferimento per la gestione di Ambiente
e Sicurezza quelli proposti, rispettivamente, dalla
famiglia delle norme internazionali ISO 14000 per quanto
riguarda l'Ambiente, e, per quanto riguarda la
Sicurezza, dalle linee guida BS 8800 e OHSAS 18002 e
dalla norma OHSAS 18001. Alla luce delle analogie
riscontrabili tra i modelli è addirittura possibile per
un'organizzazione decidere di strutturare una gestione
integrata delle tre variabili attraverso un unico
Sistema di Gestione Integrato per la Qualità, l'Ambiente
e la Sicurezza. In particolare la BS 8800 (Guide to
occupational health and safety management systems) è uno
standard emanato nel 1996 in Gran Bretagna che
costituisce una linea guida (non certificabile, quindi)
per la realizzazione di un sistema di gestione della
salute e sicurezza dei lavoratori. In base al modello
proposto la politica per la sicurezza di
un'organizzazione si amplia da mera applicazione della
legge vigente (rappresentata in Italia principalmente
dal D.Lgs 81/2008 e s.m.i.) a sviluppo di un Sistema di
Gestione della Sicurezza a garanzia e protezione "dei
lavoratori e di tutti gli altri soggetti la cui salute e
sicurezza possa essere influenzata dalle attività
dell'organizzazione" stessa. Ciò implica "un approccio
strutturato all'identificazione dei pericoli e alla
valutazione e controllo dei rischi correlati alle
attività lavorative". La norma OHSAS 18001 (Occupational
health and safety management systems. - Specification) è
stata rilasciata in Gran Bretagna nell'aprile del 1999
ed è stata sviluppata da un gruppo di lavoro avviato nel
1998 dal BSI (British Standard Institution). La norma
offre un modello per realizzare un Sistema di Gestione
della Sicurezza volto alla prevenzione e al controllo
dei rischi relativi alla salute e sicurezza dei
lavoratori e costituisce uno standard per il quale è
possibile richiedere una certificazione. Tra i documenti
di riferimento sui quali si basa si ricorda la BS 8800
(Guide to occupational health and safety management
systems) aggiornata nel 2004. Nel gennaio 2000 e' stata
pubblicata, sempre dal BSI, una linea guida per
l'applicazione di un Sistema di Gestione della
Sicurezza, la OHSAS 18002 (Guidelines for the
implementation of OHSAS 18001). Nel 2001 vengono
pubblicate le Linee guida dell’ILO sui sistemi di
gestione della sicurezza e della salute sul lavoro
(ILO-OSH 2001 - Guidelines on occupational safety and
health system) che, benché si applichino a tutti i
settori produttivi, risultano particolarmente utili per
il settore delle costruzioni in quanto mettono in luce
questioni legate al sub-appalto. Hanno fatto seguito di
INAIL, UNI, ISPESL nel settembre 2001, le "Linee Guida
per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul
lavoro (SGSL)" condivise con le parti sociali e
pubblicate a cura dell’UNI. . In Europa molti paesi, tra
cui la Germania, l’Austria, l’Irlanda, hanno seguito
l’esempio italiano ed hanno pubblicato delle Linee Guida
nazionali in materia di SGSL. Come gia accennato,
nell’estate del 2007 sono state aggiornate e modificate
le OHSAS 18001. Nel 2008 è stata ripubblicata la OHSAS
18002 che riporta i requisiti specifici dalla OHSAS
18001 e li fa seguire dalla relativa spiegazione. La
numerazione dei paragrafi della OHSAS 18002 corrisponde
a quella della OHSAS 18001.La OHSAS 18002 verrà rivista
o modificata al momento appropriato. Le revisioni
verranno effettuate quando verranno pubblicate le nuove
edizioni della 18001 (previste in concomitanza con la
pubblicazione delle revisioni della ISO 9001 o della ISO
14001).
IL
MODELLO GESTIONALE DELLE LINEE GUIDA SGSL
II
modello gestionale delle Linee Guida SGSL si basa sui
seguenti punti : impostazione logica data dal “ciclo di
Deming”, dalla gestione sistemica e per processi delle
organizzazioni, e dall’approccio al miglioramento
continuo, integrabilità con il sistema di gestione per
la qualità (ISO 9000) e per l’ambiente (ISO 14000),
adozione volontaria del sistema da parte dell’azienda e
non l’assoggettabilità del SGSL e dei suoi contenuti
agli Enti di vigilanza, impossibilità della
certificazione di parte terza del SGSL.In un documento
stilato da Inail e condiviso da Confindustria Udine al
cui sito si fa rinvio per ulteriori approfondimenti
,così viene presentato il modello gestionale di un SGSL:
Il
ciclo PDCA della sicurezza si articola secondo quanto
segue. Il primo obiettivo è acquisire tutte le
informazioni e gli elementi necessari per valutare
l’effettivo livello di sicurezza, l’adeguatezza degli
aspetti gestionali e di controllo dei rischi nello
status quo al fine di determinare con chiarezza:
_
quale livello di sicurezza è possibile realizzare
_
quali sono gli obiettivi raggiungibili
_
quale è il migliore approccio per raggiungerli
_ la
struttura organizzativa per la gestione della sicurezza
Si
passa poi a
confrontare e verificare:
_ il
rispetto della legislazione e delle prescrizioni
normative nel campo della sicurezza e salute;
_
quali risorse sono dedicate alla gestione e attuazione
della sicurezza;
_ se
le risorse sono sufficienti ed adeguate;
_
l’esistenza di procedure e documentazioni interne;
_
definire gli obiettivi a breve, medio e lungo termine.
Individuare e tempificare le attività da svolgere per la
sicurezza ed i documenti da emettere (cosa fare). Si
definisce quindi un documento programmatico.
Definire i compiti , le responsabilità e conferire gli
incarichi (chi fa). Definire le procedure, formalizzate
e non, per raggiungere gli obiettivi (come si fa)
Stabilire i punti di verifica e/o riesame in
corrispondenza di determinate fasi del processo
gestionale.
Attivare le risorse per realizzare le attività
pianificate.
_Controllare continuamente che le procedure siano messe
in atto.
_Attivare i processi informativi, comunicativi e
formativi previsti.
_
Controllare che le relazioni e le interfacce interne
aziendali siano efficaci ed efficienti.Il controllo e
l’adozione di misure correttive costituiscono momenti
chiave per la verifica dell’efficacia del sistema di
gestione, in quanto permettono il riesame di tutti gli
elementi del sistema e l’attivazione del feed-back.
Bisognerà quindi monitorare e misurare con regolarità le
prestazioni del sistema acquisendo tutte le informazioni
su infortuni, le non conformità,l’adozione di misure
correttive e di misure preventive; identificare,
conservare e gestire le registrazioni; stabilire ed
effettuare un programma di audit periodici. Alla luce
dei risultati delle procedure di controllo e degli audit
di sistema l’organizzazione dovrà: periodicamente
riesaminare il sistema di gestione della sicurezza;
assicurare la sua continua adeguatezza e il riesame
sistematico; valutare la necessità di eventuali
modifiche alla politica, agli obiettivi e a tutti quegli
elementi del sistema che, alla luce dei risultati degli
audit, si rilevano non conformi. Per dare attuazione
alla politica di SSL il SGSL deve integrarsi ed essere
congruente con la gestione complessiva dell’azienda.In
ogni processo aziendale si dovrebbero determinare non
solo i rischi e le conseguenti misure di prevenzione, ma
anche l’influenza che lo svolgimento di tale processo ha
sulle problematiche di SSL di tutti i processi
correlati, sul funzionamento del SGSL e sul
raggiungimento degli obiettivi prefissati. L’azienda
deve definire modalità per:
_individuare i propri processi e le loro influenze
reciproche
_analizzare e studiare soluzioni per eventualmente
modificare i processi
stessi o le loro modalità di correlazione per
raggiungere gli obiettivi di SSL e/o per migliorare
l’efficienza e l’efficacia del SGSL
L’azienda deve:
_evidenziare le misure di prevenzione e protezione e le
interrelazioni tra i vari soggetti e processi aziendali
che hanno influenza sulla SSL
_definire “CHI FA CHE COSA”
_definire i metodi di gestione per raggiungere i
risultati prefissati Un SGSL, come ogni sistema di
gestione, dovrebbe prevedere una fase di verifica del
raggiungimento degli obiettivi e una fase di verifica
della funzionalità del sistema stesso. Si dovrebbero
perciò prevedere due livelli di monitoraggio.
1°
LIVELLO = monitoraggio operativo di processo E’ svolto
da risorse interne della struttura, sia in autocontrollo
da parte dell’operatore, sia da parte del preposto.Per
aspetti specialistici (ad esempio: verifiche
strumentali) può comportare il ricorso ad altre risorse
umane interne o esterne all’azienda. Dopo la conclusione
del ciclo di monitoraggio interno il vertice aziendale
dovrebbe sottoporre a riesame le attività del SGSL.
Argomenti tipici del riesame possono essere:
_statistiche infortuni
_risultati dei monitoraggi interni (non conformità
rilevate NC)
_azioni correttive (AC) intraprese
_rapporti sulle emergenze (reali o simulate)
_rapporti del Responsabile designato dalla direzione
sulle prestazioni
complessive del sistema
_rapporti sull’efficacia del sistema di gestione
_rapporti sull’identificazione dei pericoli e sulla
valutazione e controllo dei rischi
2°LIVELLO = verifica ispettiva interna (audit), verifica
raggiungimento obiettivi e verifica funzionamento
In
conclusione del riesame, oltre a valutare lo stato di
conseguimento degli obiettivi già fissati, la direzione,
alla luce dei risultati del monitoraggio,
dell’esecuzione delle AC e delle eventuali modifiche
della situazione,dovrebbe stabilire nuovi obiettivi,
nell’ottica del miglioramento progressivo, considerando
l’opportunità di modificare la politica, le procedure o
eventuali altri elementi del sistema.
LA CERTIFICAZIONE DEI SGSL
La
certificazione di un sistema di gestione è un processo
volontario secondo il quale una terza parte
indipendente, detto organismo di certificazione, ne
verifica 1'implementazione attuata da un'organizzazione,
per accertare che il sistema sia conforme allo standard
di gestione che si è deciso di seguire e che si sia in
grado di raggiungere gli obiettivi ed opera con
efficienza ed efficacia (F. Benedetti in Aifos). Per i
SGSL lo standard di riferimento e la BS OHSAS
18001:2007.Gli enti di certificazione possono essere o
meno accreditati da un ente nazionale deputato a questo
scopo.Dal 2003 e operativo in Italia un regolamento
ufficiale per 1'accreditamentodegli organismi di
certificazione dei sistemi di gestione della salute e la
sicurezza sul lavoro.Questo regolamento emanato dal
SINCERT, ente di accreditamento italiano oggi sostituto
da ACCREDIA63, e denominato RT 12 SCR, e stato redatto
con la collaborazione della gran parte delle
associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori, e
dei principali enti pubblici come 1'INAIL.Nel 2006 è
terminata la prima revisione dell'RT 12 SCR che è la
versione ancora oggi
applicata ed è disponibile sul sito web di ACCREDIA.
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