Le novità dal sito
www.processociviletelematico.eu
suscitano un certo senso di perplessità....
Questo e' una prima relazione in vista delle nuove
regole del PCT che verranno pubblicate presumibilmente
in gazzetta ufficiale entro fine mese.
Tempo di bilanci.
La DGSIA ha rilasciato
tempo fa un report sul PCT molto controverso:
oggi ci sono elementi incontrovertibili che attestano la
reale situazione, grazie ai quali la relazione della
DGISA assume un nuovo ruolo.
I flussi di posta CPECPT
verrano abbandonati, come gia' enunciato nel lontano
febbraio 2009. La CPECPT e' una PEC su un circuito
chiuso, dove lo spam e' impossibile, l'autenticazione
funziona a mezzo smartcard CNS ed il servizio ha un
livello di sicurezza aggiuntivo rispetto alla PEC, ma
nel contempo una SLA (service level agreement)
leggermente piu' bassa e controlli meno severi.
Ora c'e' da chiedersi
coma mai, l'intera infrastruttura sia in corso di
aggiornamento!
Penserete che
l'aggiornamento riguarda il passaggio alla PEC: e' vero
c'e' un aggiornamento in corso per il passaggio alla
PEC, per la quale il ministero doveva essere pronto a
gennaio, mentre FORSE sara' pronto solo a maggio... non
e' pero' a questo che mi riferisco.
La CPECPT e' in pieno
aggiornamento, perche' il sistema e' collassato:
eppure il report della DGSIA non accennava ad alcuna
problematica relativamente alla CPECPT, come se il
collasso del sistema sia arrivato all'improvviso senza
dare segni.
Un report reale e
trasparente sulla situazione di una infrastruttura,
mettiamo una autostrada, e' uno strumento utile per
rilevare la situazione dell'infrastruttura, se in questo
non sono presenti i problemi allora questo assomiglia
piu' ad uno spot pubblicitario, che non ad un serio
report, per avere trasparenza sul servizio.
Certo e' possibile che
nessuno abbia rilevato i problemi sui flussi, nonostante
diversi interventi, relazioni, etc etc, magari
sottovalutando alcuni rilievi fatti sull'infrastruttura:
il punto e' che qui siamo arrivati al totale collasso,
cosa che evidentemente e' una situazione ben diversa dal
dover affrontare qualche isolato problema.
Di quale collasso parlo?
Il flusso della CPECPT e' un flusso di posta simile alla
PEC dove non e' previsto che la posta VADA PERSA, se la
posta viene PERSA, allora si presume che un PDA abbia
perso i requisiti di certificazione, e non sia in grado
di gestire la posta CPECPT, ma in questo caso la POSTA
non e' persa dai PDA, ma dall'altro lato...
... un po come se un ufficiale giudiziario buttasse via
i documenti che riceve.
L'infrastruttura
software e' collassata, presumibilmente perche' il
progetto e' VECCHIO e non e' stato AGGIORNATO per tempo,
cosi' il progetto VIENE AGGIORNATO SOLO ORA, ben sapendo
che poi l'infrastruttura verra' in parte abbandonata:
se il progetto fosse fallimentare AGGIORNARLO sarebbe
INUTILE; quindi perche' AGGIORNARLO? perche'
evidentemente da tempo era gia' chiaro che andava
aggiornato e questo non e' stato fatto.
Dall'altro lato la nuova
infrastruttura legata alla PEC stenta a partire: finche
non sara' chiaro se la nuova infrastruttura legata alla
PEC REGGE, il futuro del PCT rimarra' imprigionato in
una sorta di limbo.
Quindi c'e' da chiedersi
se qualcuno abbia ALMENO imparato a cosa serve produrre
una relazione sullo stato del PCT:
magari a GOVERNARNE lo sviluppo ed a PREVEDERNE il
collasso PRIMA che questo si manifesti?
Probabilmente il motivo
del mancato aggiornamento del sistema IN TEMPO, prima
che il collasso si verificasse e' dovuto ai normali
problemi finanziari del ministero della giustizia, che a
differenza di altri ministeri non ha molti fondi:
anche questa che poteva essere una giustificazione, un
tempo, stenta a sembrare la causa reale, perche' a
settembre dovrebbe concretizzarsi il "PDA" ministeriale,
ennesimo progetto dai costi incredibili, che permettera'
ad un avvocato di Milano di fare quello che gia' fa oggi
grazie al PdA dell'ordine di Milano, etc etc
Ora perche' enfatizzare
che il nuovo servizio garantira' quello che un avvocato
di Milano gia' fa oggi?
Perche' il nuovo PdA non permettera' a chi oggi non
lavora nel PCT di fare qualcosa IN PIU!
Se la PEC permettera'
potenzialmente a tutti gli avvocati di poter depositare
un atto telematico senza PdA, il problema e' che ad oggi
centinaia di sedi NON hanno fondi per ISTRUIRE il
personale di cancelleria ed i giudici all'uso degli
strumenti informatici SVILUPPATI DAL LONTANISSIMO 2004:
se il personale di un tribunale non sa usare uno
strumento, questo non puo' essere usato e le differenti
sedi non possono attivare i depositi.
Il nuovo decreto
relativo al PCT permettera' poi ad una ampia gamma di
pubbliche amministrazioni di fare quello che il
ministero ha gia' indicato fara' lui stesso, cioe'
avvviare dei PDA per l'accesso degli utenti: senza che
nessuno si prenda cura di attivare i servizi sui
tribunali, cosi' da garantire che, dove i depositi sono
possibili (ad esempio Milano), un avvocato possa magari
scegliere tra due o tre PA che con i soldi delle sue
tasse, possano offrirgli lo stesso medesimo servizio.
E' un po come dire che
si aprono nuovi siti web per fornire lo stesso medesimo
servizio che gia' eroga l'ordine di Milano, e che ha
gia' intenzione di fornire il ministero della giustizia:
solo che il ministero e tutte le altre PA che offriranno
il medesimo servizio, pagheranno le spese con i soldi
delle tasse, e saranno fuori dal controllo
dell'avvocatura di Milano.
L'unico vantaggio che
potra' ottenere l'ordine di Milano, sara' risparmiare
sul costo del PdA: salvo poi scoprire che oggi il PdA di
Milano non perde la posta CPECPT, ma la perde il sistema
ministeriale, inoltre domani il ministero avra' la
possibilita' di spendere il doppio e fornire servizi che
abbiano modo di bloccarsi con piu' agio...
Il nuovo regolamento
ovviamente non prevede che ci sia qualcuno che si prenda
un minimo di responsabilita' se i servizi collasseranno
nuovamente,
Pubblicato da naarani
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