Le holding di partecipazione
costituiscono strutture societarie complesse che sono
articolate in modo tale da fornire alle società
costituenti grossi vantaggi di natura economica ma anche
grossi costi di gestione
La holding, o
capogruppo, sono caratterizzate dal fatto che le
partecipazioni sono assunte al fine di dirigere e
coordinare l’attività delle società partecipate.
In linea generale, il
gruppo, è un’aggregazione di imprese formalmente
autonome ed indipendenti l’una dall’altra, ma
assoggettate tutte ad una direzione unitaria.
Tutte sono infatti sotto
l’influenza della Holding, che direttamente o
indirettamente le controlla, le coordina e le dirige
secondo un disegno unitario.
In dottrina si parla di
holding pura se nella direzione e nel
coordinamento si esaurisce l’attività della società; di
holding mista se è previsto anche lo svolgimento
di attività operative; di holding strategiche ,
il cui oggetto principale è l’esercizio della funzione
imprenditoriale di coordinamento gestionale e l’oggetto
complementare è il possesso di partecipazioni in aziende
del medesimo settore produttivo o di settori derivati.
Una holding, come ogni
impresa, è finalizzata alla creazione di valore;
pertanto, deve essere, idonea a consentire l’incremento
di valore dell’insieme delle imprese da essa controllate
o partecipate in misura maggiore rispetto ai costi di
gestione che le stesse generano in un determinato
periodo di imposta.
La predetta condizione
preliminare è basilare per l’attribuzione di senso e di
utilità alla configurazione di un gruppo controllato da
una holding.
Generalmente,le holding
possono creare valore attraverso diverse strutture
riconducibili a:
1)gestione centralizzata di determinate attività comuni
alle società controllate, con risultati migliori di
quanto ciascuna di esse potrebbe ottenere;
2)possesso di risorse materiali ed immateriali, che
aumentino la competitività delle controllate;
3)valutazione e gestione ottimale delle società
controllate e dei loro business, anche attraverso
operazioni di acquisizione, cessione e
riorganizzazione.Volendo analizzare in maniera più
peculiare la disciplina delle Holding, possiamo fare
riferimento alla normativa del TUB (Testo Unico
Bancario) che definisce l’attività di assunzione di
partecipazioni come “l’attività di acquisizione e
gestione di diritti, rappresentati o meno da titoli, sul
capitale di altre imprese” come disposto dall’art. 6,
comma 1, D.M. 17 febbraio 2009, n. 29.
Riflessi di natura
fiscale
Le holding sono soggette
al regime di tassazione ordinaria applicabile alle
società commerciali residenti in Italia: IRES e
IRAP,anche se vi è una distinzione netta fra soggetti
che redigono il bilancio in base ai principi contabili
nazionali e coloro che lo redigono in base ai principi
IFRS/IAS, per i quali vi è un rafforzamento del
principio di derivazione.
In tema di Ires vale la
pena soffermarsi sul tema della deducibilità degli
interessi passivi secondo quanto disposto dall’art.
96 del TUIR.
La regola generale
disposta dell’art. 96 Tuir, commi 1-4, prevede che: “gli
interessi passivi e gli oneri assimilati, diversi da
quelli compresi nel costo dei beni ai sensi del comma 1,
lettera b), dell’art. 110, sono deducibili in ciascun
periodo d’imposta fino a concorrenza degli interessi
attivi e proventi assimilati.
L’eccedenza è deducibile
nel limite del 30 per cento del risultato operativo
lordo della gestione caratteristica. La quota del
risultato operativo lordo prodotta a partire dal terzo
periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31
dicembre 2007, non utilizzata per la deduzione degli
interessi passivi e degli oneri finanziari di
competenza, può essere portata ad incremento del
risultato operativo lordo dei successivi periodi
d’imposta.”
L’eccedenza è deducibile
nel limite del 30 per cento del risultato operativo
lordo della gestione caratteristica.
La quota del risultato
operativo lordo prodotta a partire dal terzo periodo
d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre
2007, non utilizzata per la deduzione degli interessi
passivi e degli oneri finanziari di competenza, può
essere portata ad incremento del risultato operativo
lordo dei successivi periodi d’imposta.”
Gli interessi e gli
oneri finanziari non deducibili in un periodo d’imposta
sono dedotti dal reddito dei successivi periodi
d’imposta se e nei limiti in cui in tali periodi
l’importo degli interessi passivi e oneri assimilati di
competenza, eccedenti gli interessi attivi e proventi
assimilati, sia inferiore al 30 per cento del ROL (comma
4 art. 96 Tuir).
Inoltre, si potrebbe
optare anche per l’utilizzazione del metodo forfetario
di cui all’art 96 co. 5-bis del TUIR, stante il fatto
che a seguito dell’abrogazione dell’elenco ex art. 113
del TUB, entrambi i metodi applicativi sono
utilizzabili, la scelta dipenderà essenzialmente dalla
tipologia di partecipazione della nostra holding.
Le altre previsioni di
natura fiscale possono essere rivolte alle situazioni
relative alla PEX, al trasfer pricing, alle CFC.
In particolar modo per le partecipation exemption,
si ricorda che per essere tali devono ricorrere le
seguenti condizioni:
1)vi sia possesso ininterrotto delle partecipazioni dal
primo giorno del dodicesimo mese precedente a quello
della cessione;
2)nel primo bilancio chiuso durante il periodo di
possesso, le partecipazioni siano state classificate tra
le immobilizzazioni finanziarie;
3) la residenza fiscale della società partecipata sia in
uno Stato o territorio della white list oppure facendo
riscorso all’interpello);
4)sia soddisfatto il requisito della commercialità da
parte dell’impresa partecipata.
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